«Andate a sciacquare le palle alle galline», Maggiorano chiede scusa

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Il consiglio comunale del 27 settembre scorso si è svolto tranquillo. E’ cominciato, come al solito, con una serie di pregiudiziali fatte da maggioranza e opposizione. Un momento di grande unanimità: tutti i consiglieri si sono complimentati con il comitato Sagra dell'Uva, lo hanno ringraziato per il successo che la sagra ha avuto quest’anno.

Da tutti è stato ringraziato anche l’ingegnere comunale Erminio D’Aries per il lavoro svolto. Ricordiamo che l’ingegnere si era -quello stesso giorno- dimesso volontariamente dal comune di Rutigliano per andare a ricoprire il ruolo di dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Acquaviva delle Fonti.
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Quattro i punti all’ordine del giorno (si veda qui), sono stati tutti discussi, tre dei quali approvati. Ma al di là delle pregiudiziali e dei punti in discussione, sono state le scuse del presidente del consiglio Michele Maggiorano ad attirare la nostra attenzione; e non solo per il fatto in sé, anche perché è la prima volta che, a Rutigliano, un presidente del consiglio chiede scusa per un suo comportamento. Non ricordiamo sia mai successo in passato.

Dopo il rituale momento dell’Inno nazionale Michele Maggiorano ha preso subito la parola, si è scusato -appunto- con il consiglio comunale e la cittadinanza per alcune parole dette in un altro consiglio, quello dell’8 agosto scorso. Alla fine di quel consiglio, dopo un forte battibecco con il consigliere di opposizione Minguccio Altieri, il presidente si è lasciato sfuggire, rivolto all’opposizione, la seguente frase: «Andate a sciacquare le palle alle galline». Un frase che ha suscitato indignazione.

Le scuse fatte da Maggiorano non ve le raccontiamo, le pubblichiamo, qui, sbobinate dalla registrazione del suo intervento in consiglio.
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Eccole: «Prima di dare inizio ai lavori di questo consiglio comunale, approfittando anche della presenza dei consiglieri di opposizione, che nella seduta ultima scorsa non erano presenti, devo giustificare e scusarmi, con l’intero consiglio comunale e con la cittadinanza, per una frase detta dal sottoscritto dopo la chiusura del consiglio comunale, ma, inavvertitamente, ancora con i microfoni aperti. Poi è stata pubblicata su Rutiglianoonline, la frase. Era una frase detta in un momento di concitazione all’interno del consesso comunale e detta, comunque, alla fine del consiglio comunale stesso. Mi scuso con l’intero consiglio comunale e con la cittadinanza anche per evitare ulteriori polemiche che potrebbero essere sorte, però… E’ una frase detta in un momento, una frase, tutto sommato… io la considero molto pacata anche, diciamo, tutto sommato, non offensiva nei confronti di nessuno perché non era questo l’intento. Non era di offendere nessuno, benché mai il consiglio comunale e tanto meno la cittadinanza alla quale debbo rispetto comunque».

Scusarsi è sempre bene quando si sbaglia, soprattutto in quel contesto e a quella maniera, ma non possiamo non notare la tardività di queste scuse, considerando che quella frase è stata, da Maggiorano, pronunciata ormai due mesi fa. In due mesi il presidente avrebbe potuto fare un comunicato stampa, avrebbe potuto scusarsi nel successivo consiglio comunale, quello del 6 settembre.

No, lo ha fatto due giorni prima che l’opposizione, cioè Oronzo Valentini, Franco Delliturri, Minguccio Altieri, Giuseppe Valenzano, Antonella Berardi e Nicola Giampaolo, presentasse una mozione di sfiducia a lui indirizzata. Una mozione tenuta in caldo sin da agosto e che l'opposizione ha presentato solo il 29 settembre scorso, due giorni dopo, appunto, il consiglio comunale delle scuse.

Tardiva la risposta, ancor più tardiva la mozione. Insomma, l’opposizione ha lasciato che il presidente giocasse d’anticipo con le scuse per “raffreddare” una mozione che lo vuole sfiduciare; è difficile, infatti, credere che Maggiorano non sapesse di una mozione contro di lui già pronta da agosto.

E’ vero che nella mozione non si fa riferimento solo a quella frase, è vero che prende di mira tutta una serie di comportamenti del presidente del consiglio dall’opposizione ritenuti degni di sfiducia, ma in politica i tempi di reazione sono importanti tanto quanto lo sono, per il maniscalco, nel battere il ferro quando è caldo.




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