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Palazzetto dello sport, la Virtus chiede asilo a Noicattaro

di Gianni Nicastro

Ci sono comuni che farebbero il diavolo a quattro per avere in casa una squadra, una società dilettantistica che porti il proprio nome in testa alle classifiche delle competizioni sportive locali e nazionali. Il comune di Rutigliano ha la fortuna di avere, tra le altre, una squadra di calcio a cinque che gioca a livelli agonistici ragguardevoli, la Virtus Rutigliano, società che è costretta a cambiare denominazione e sede a causa dell’atavica carenza di impianti sportivi nella città dei fischietti in terracotta e dell’uva da tavola.

La vicenda l’abbiamo raccontata un sacco di volte, abbiamo intervistato il presidente della squadra in questione, Domenico Lamorgese, abbiamo allestito negli studi di Radio 103 un confronto tra sindaco e società dilettantistiche proprio sull’inadeguatezza delle strutture sportive a Rutigliano. Abbiamo parlato ampiamente della diffida che la Virtus ha avuto qualche mese fa dalla Federazione nazionale calcio a cinque sull’omologazione del tensostatico presso cui gioca pena l’impossibilità di iscriversi al prossimo campionato, ma niente.

Non si è mosso nulla. Il sindaco e l’intera amministrazione non hanno saputo risolvere un problema di loro precisa competenza: omologare la tensostruttura con spogliatoi vicini. Un intervento di ordinaria amministrazione che il comune, o chi per lui, avrebbe dovuto fare già da tempo. Non si è mosso nulla anche a livello di consiglio comunale, con l’opposizione che presenta un'interrogazione sullo sport a Rutigliano e i suoi problemi, con specifico riferimento alla vicenda Virtus, e se la fa ritirare all’unanimità senza più ripresentarla. Un comportamento strano che andrebbe spiegato ai cittadini e, in modo particolare, alle società sportive.

La Virtus, dunque, ha chiesto al comune di Noicattaro se era possibile utilizzare il loro palazzetto dello sport per avere la possibilità di iscriversi al nuovo campionato. Qui, al presidente Lamorgese, hanno detto che era necessario che la società sportiva richiedente fosse di Noicattaro. La Virtus, quindi, per necessità, sta cambiando la denominazione in “Virtus Noicattaro” e sta portano la sua sede legale in quel comune. 

L’iter formale, partito da una altrettanto formale richiesta di utilizzo dell’impianto sportivo fatta al comune di Noicattaro, è ancora in  corso e si concluderà a giorni, iter che prevede, come è normale, l’iscrizione della Virtus nell’albo comunale delle associazioni sportive. Sappiamo che nella società di Lamorgese sono entrati anche soci di Noicattaro. Insomma, la “noicattarizzazione” della Virtus Rutigliano è ormai un fatto compiuto.

Questa squadra potrà utilizzare il palazzetto dello sport, potrà iscriversi al campionato, potrà giocare in condizioni normali, più civili, il suo futuro campionato in serie “B” e, forse, anche in serie “A”.

Cosa possiamo dire ancora, forse che queste sono notizie che nessun cittadino con un minimo di amore per lo sport locale vorrebbe mai leggere. Non è una sconfitta dello sport, perché lo sport la Virtus continuerà a praticarlo; è una sconfitta dello sport a Rutigliano. Prima ancora, però, è una sconfitta politica, di una intera classe politica in loco al governo e all’opposizione.
Non era necessario costruire un avveniristico palazzetto dello sport a Rutigliano, quand’anche questa necessità impiantistica fosse all’ordine del giorno della politica amministrativa da oltre trent’anni. Bastava fare gli spogliatoi alla tensostruttura, la cosa più elementare che ci sia.

Annunciamo sin da ora una videointervista al presidente della Virtus Noicattaro su quello che è successo, sulla gestione complessiva della tensostruttura in relazione anche a chi fino ad oggi ha pagato i vari servizi annessi e connessi.