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Dalla provincia al parlamento, intervista all’On. Nuccio Altieri

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di Gianni Nicastro

Era il secondo dei non eletti alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Puglia alle elezioni politiche di febbraio dell’anno scorso, davanti a lui -nella lista del PDL- Nicola Ciracì e Antonio Leone. Ciracì ha preso il posto di Raffaele Fitto, che è andato al parlamento europeo, Leone, avvocato cassazionista di Putignano, l’altro ieri si è dovuto dimettere da parlamentare perché eletto al CSM. A questo punto il seggio in parlamento è toccato a Nuccio Altieri.

E’ il terzo rutiglianese che arriva in parlamento, il primo è stato Luciano Violante, molto più tardi ci è arrivato Francesco Divella. Cosa significherà questo per gli equilibri politici nel centrodestra locale, lo staremo a vedere. Certo, è l’ennesima affermazione politica di FI, a Rutigliano primo partito e ossatura politica dell’amministrazione Romagno, che oggi può vantare il suo deputato. Nuccio Altieri lo abbiamo chiamato al telefono stamattina per una intervista che ci ha rilasciatonuccio-altieri-onorevole-3 con la sua solita, cortese, disponibilità.

Intanto auguri per l’onorevole ruolo che ricopre da ieri, e così?
«Diciamo, di fatto da ieri; alla Camera penso mi chiamino martedì o mercoledì, o quando faranno il subentro. La prima volta che votarò sarà, probabilmente, la prossima settimana».

Sa su quale provvedimento voterà per la prima volta.
«Non lo so, ma so che voterò contro il governo».

Da secondo dei non eletti se lo aspettava che un giorno avrebbe varcato la soglia di Palazzo Montecitorio?
«Devo dire che nella vita, e nelle cose, bisogna crederci. Io ci credo sempre, in tutte le cose che faccio. Credendoci, con ottimismo e lavorando molto, anche le cose più impensabili, poi, si avverano e questo è uno di quei casi».

Dal governo della Provincia di Bari, dunque, all’opposizione in Parlamento. Un grande salto di qualità, anche alla luce del fatto che le Province sono state abolite. E a proposito, lei, ad aprile scorso, avrebbe votato contro o a favore dell’abolizione delle Province.
«Io ho sempre detto che ci sarebbero tante altre cose da abolire in Italia, comunque, se è per cominciare, ben venga l’abolizione delle province. Però bisognava abolirle davvero, invece oggi la provincia sta lì con tutti i suoi costi, i suoi uffici, tutti i dipendenti e tutti i suoi sprechi; è servito solo a garantire a Renzi i titoli dei giornali».

Quindi avrebbe votato contro.
«Io avrei votato a favore dell’eliminazione, che significa chiudere non perché sia giusto chiudere la provincia, ma perché in Italia lo Stato pesa, costa troppo e bisogna eliminare molte cose. Si è cominciato dalla provincia anche se non è un ente inutile, anzi, inutili sono tante agenzie regionali».

Secondo lei si è cambiato solo il nome da provincia a città metropolitana, ma la sostanza è uguale.
«No, non è secondo me, è così. Diventa citta metropolitana e invito tutti i cittadini ad andare in provincia domani nuccio-altieri-onorevole-0mattina, ma anche il 1° di gennaio, troveranno tutti i dipendenti, gli uffici e tutte le competenze. Niente è cambiato, solo il nome, ed è servito a un po’ di titoli sui giornali per Renzi in campagna elettorale. Così il paese muore, dobbiamo smetterla. L’Italia sta morendo di tattiche e strategie, non è più momento per queste cose, di soluzioni spettacolari e di effetti speciali».

La sento abbastanza agguerrito on. Altieri, la vedremo fare le classiche barricate in parlamento?

«Perché me lo sono, diciamo, conquistato. Io ho cominciato a fare politica a Rutigliano quando avevo diciotto anni in una famiglia dove non ci sono politici. Non sono “figlio d’arte”, l’ho fatto unicamente per passione cominciando con gli amici del circolo Athena a Rutigliano, dopo vent’anni, a trentotto, mi trovo in parlamento. Dico che se uno in una cosa ci crede, in qualunque cosa, non solo nella politica, anche nel lavoro, ci possono essere sconfitte e batoste, cose che non vanno, però alla fine il coraggio e la tenacia vincono sempre. E, quindi, avendo costruito tutto questo vado con un grande senso di responsabilità; il titolo di “Onorevole” non mi è caduto dal cielo, non l’ho avuto in eredità da mio padre. E’ stata una cosa dura, lo dico con grande responsabilità, così come lo dico da giovane di 38 anni perché qua o le cose cambiano, o noi saremo costretti a fare fagotto di quello che ci hanno lasciato i nostri genitori per andare da qualche altra parte».

L’anno scorso, on. Altieri, ha scritto che si candidava alla Camera perché -cito testualmente- “il mio Paese ha bisogno di nuove idee, di cambiamento, di dinamismo intellettuale”. Ora è in Parlamento, ci dica quali sono queste nuove idee e quale cambiamento vorrebbe.
«Innanzi tutto, come dicevo prima, basta tattica e strategia. Poi, dobbiamo fare le cose, in un paese ucciso da costi altissimi lo Stato va alleggerito, bisogna cambiare. Per questo le province andavano tagliate, chiuse veramente, non cambiate solo di nome. Come ci sarebbero da chiudere tante altre cose che sono frutto delle politiche degli anni settanta e che non possono più andare avanti. Bisogna puntare sui servizi essenziali ed eliminare le migliaia di agenzie, di municipalizzate in rosso... Si faccia un decreto e si aboliscano in sei mesi. Anche perché non possiamo tagliare i servizi ai cittadini come fa questo governo tagliando i trasferimenti agli enti locali. Allora, io che sono cresciuto negli enti locali dico che tagliare qui significa tagliare i servizi ai cittadini perché i comuni e le province sono gli enti che erogano direttamente questi servizi. Non è qui che bisogna tagliare».
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Ma quando Renzi parla di “grasso che cola” si riferisce gli enti locali secondo lei, o alla pubblica amministrazione.
«Alla pubblica amministrazione, che io ho vissuto per sette anni al Ministero della Difesa, cinque anni da vicepresidente della provincia. Nella pubblica amministrazione bisogna anche avere il coraggio di dire che non tutti sono cattivi dipendenti, ma molti lo sono. Ci sono pubblici dipendenti che vanno premiati perché lavorano con grande serietà e responsabilità, molti altri, invece, li ho visti uscire, utilizzare permessi sindacali senza andare a fare i sindacalisti, li ho visti essere tutto l’anno malati quando non lo erano, li ho visti non lavorare, seduti alla sedia. Ci sono enti dove ancora oggi si paga l’indennità per l’utilizzo del computer, ci rendiamo conto».

Questo è, sostanzialmente il grasso che cola di cui parla Renzi, quindi è d’accordo col presidente del consiglio.
«Secondo me il grasso che cola sono i vizi all’interno della pubblica amministrazione. La provincia oggi ha 800 dipendenti, potrebbe funzionare benissimo con 250, anzi, meglio di come funziona oggi, carica di dipendenti infornati negli anni ’80 senza alcuna competenza, senza alcuna capacità. Ci sono uffici con trenta persone che non fanno niente dove ne servirebbero solo tre. Le cose da fare oggi sono sotto gli occhi di tutti, il problema di Renzi e che le cose le dice, ma non le fa. Lui è un titolista di giornale, lui non fa gli articoli, fa solo i titoli, grandi titoli ad effetto poi uno legge e non trova scritto nulla. Cominciamo a scrivere, senza “titoli”».

Onorevole, Raffaele Fitto vorrebbe scegliere con le primarie i presidenti di regione e, addirittura, anche il leader della coalizione. Sulle primarie, lei è d’accordo con Fitto?
«Stradaccordo. Le primarie sono l’unico sistema che abbiamo oggi per riattivare, rianimare, un centrodestra che ha grandi energie ma è soffocato, anche qui, da tattiche e strategie di gente che non conta e che quindi ha paura di contarsi; al contrario, chi conta, questa paura non ce l’ha. Facciamo le primarie in Puglia, archiviamo la champions league del centrodestra con i migliori del centrodestra che finalmente comincino a parlare di contenuti, non di beghe sul nuovo e sul vecchio centrodestra, e noi riusciremo a vincere. Da un sondaggio recentissimo il 65% dei pugliesi si dichiara insoddisfatto del governo regionalnuccio-altieri-onorevole-2e di centrosinistra. Quindi noi abbiamo un potenziale “mercato” del 65% e se non riusciamo a vendere il nostro prodotto è perché non abbiamo la capacità di farlo. Le primarie io ritengo che siano la champions league del centrodestra: dentro i migliori, dentro i quarantenni, dentro gente che cominci a parlare di contenuti e che entusiasmi, stimoli la partecipazione e che si rivolga all’elettorato di centrodestra moderato in un momento in cui è maggioranza. Tant’è che Emiliani vuole fare la campagna elettorale parlando male del governo Vendola di cui lui era il socio di maggioranza. Non sto dicendo una cosa così... Emiliano sta facendo la campagna elettorale parlando male dei governo Vendola. Il 65% dei pugliesi è stanco pure di Emiliano. Basta maquillage e trucchi vari».

Un’ultima cosa in due battute. Da parlamentare cosa si prefigge di fare per la Puglia e, magari, anche per Rutigliano.
«Bisogna ridurre la burocrazia, imprimere più velocità alle scelte, sostenere le politiche del lavoro in particolare per i giovani, che abbiano le opportunità che oggi non hanno. Bisogna far lavorare i giovani, sono il motore del paese. Poi l’agricoltura, va sostenuta non a parole, ma attraverso una reale modernizzazione normativa che snellisca le procedure e agevoli le assunzioni che oggi sono incastrate su modelli che non sono agricoli. Sulle assunzioni in agricoltura lavorerò a una proposta di legge. Ho già pronta un’altra, che ho presentato quando ero coordinatore nazionale degli assessori alla cultura, quella sulla tax credit (credito d’imposta, n. d. r.) sulla cultura, una norma che renda detraibili i soldi dei privati investiti in cultura. Adesso la tax credit è operativa sulle fondazioni, io vorrei allargarla a tutto il patrimonio culturale».


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