Giampaolo rifiuta l’intervista dopo averla concordata

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di Gianni Nicastro

Ieri mattina cercavo il candidato sindaco delle dodici liste per chiedergli a che ora del pomeriggio dovevamo fare l’intervista, l’avevamo già concordata domenica scorsa, ma non ricordavo bene l’ora. Al telefono non rispondeva e sono andato al "Gossip". L’ho trovati lì, al bar, mentre armeggiava ancora col cellulare. «Ciao direttore -mi ha detto- ti ho appena inviato un messaggio».
Eccolo.

“Gentile Direttore,
sentiti i Rappresentanti delle Civiche che sorreggono la mia candidatura ritenutesi ignorate dal comportamento della sua testata nei confronti della nostra coalizione abbiamo ritenuto opportuno non rilasciare interviste.
Grato dell’attenzione rivoltomi le invio distinti saluti.
Nicola Giampaolo”.

Dunque niente videointervista. La motivazione addotta per giustificare il diniego è alquanto inconsistente, perché né Giampaolo, né le sue dodici civiche, hanno mai mandato a Rutiglianoonline un comunicato, una nota, un manifesto sulle loro iniziative, come invece hanno fatto, e fanno, le altre due coalizioni e candidati sindaco. Come interpretare, dunque, questo passo indietro, questo rifiuto?

A Giampaolo e a Diego Difino, suo stretto sodale, la cronaca dal titolo “Il comizio di Nicola Giampaolo, tra applausi e risate”, pubblicata domenica mattina (qui), non è piaciuta affatto. Difino, qualche ora dopo quella pubblicazione, mi ha chiamato arrabbiandosi al telefono. La stessa arrabbiatura l’ha inscenata quando, per caso, l’ho incontrato, sempre domenica (pomeriggio tardi), in piazza XX Settembre, luogo in cui si messo a gridare contro di me come un invasato per quella cronaca.

Con Difino c’era Nicola Giampaolo e altre persone. Il candidato sindaco, anche lui contrariato, ma molto più moderatamente, mi ha chiesto di togliere dal titolo della cronaca pubblicata la parola “risate”. Gli ho risposto che non era possibile perché lui, in quel comizio, ha fatto ridere davvero, e non solo per le battute su Romagno, come si vede e si sente nel video da noi pubblicato. E’ stato lì che gli ho proposto l’intervista e, in effetti, lui l’ha concordata per ieri pomeriggio.

Ora, chi ha la pretesa di fare il sindaco, chi ha la pretesa di fare il consigliere comunale, chi ha l’ardire di fare politica a questo livello, non può sottrarsi dal dare spiegazioni circa le cose che si dicono e che addirittura si propongono come programma elettorale. Chi promette 100 euro al mese fino alla terza media, libri e trasporto gratis per tutti, 60% di abbattimento della Tares, la vendida dell'immondizia per azzerare la Tares, l’azzeramento dei contratti in essere e cose di questo genere, non può sottrarsi a un’intervista o a un confronto, non può non darne conto.

Se lo fa sta prendendo in giro i cittadini, sta prendendo in giro la parte più debole della cittadinanza, quella più culturalmente indifesa. Questo modo di fare non ha nulla a che vedere con la politica in generale, figuriamoci con la politica così come la intendeva Paolo VI.


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