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Piscina e mancato finanziamento, il sindaco rinuncia alla cautelare

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piscina-rinuncia-cautelare

 

di Gianni Nicastro

Per un finanziamento di 700mila euro, a ottobre di due anni fa, l’amministrazione Valenzano fa partecipare il comune di Rutigliano al bando “Sport e periferie 2020” con un progetto di riqualificazione della piscina comunale finalizzato alla riattivazione della stessa struttura sportiva, da anni inutilizzata e abbandonata al degrado conservativo e strutturale.

Il bando è emanato dal governo (Dipartimento per lo Sport) che, a settembre del 2021, pubblica la graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento; tra questi non figura il comune di Rutigliano. Il progetto della piscina ottiene un punteggio che lo pone fuori dall’area dei progetti finanziati (vedi qui). Il sindaco e l’assessore all’urbanistica non ci stanno e decidono di impugnare quella graduatoria e, a novembre dell’anno scorso, si dà mandato a un legale impegnando una somma di 7.900 euro. Parte, dunque, il ricorso al TAR, non di Bari, ma del Lazio perché si impugnano atti del governo.piscina-rinuncia-cautelare-1

Il 20 gennaio scorso l’avvocato del comune fa sapere che il 14 gennaio “si è celebrata l’udienza camerale per la discussione della domanda cautelare proposta dal comune di Rutigliano, durante la quale è stato necessario -così come anticipato al sindaco per le vie brevi- rinunciare alla invocata misura, alla luce dei precedenti di Sezione su analoghi ricorsi, tutti negativi”. “Pertanto -aggiunge l’avvocato- la causa è stata rinviata al merito con udienza ancora da fissarsi”.

In sostanza, il comune ricorre contro quella graduatoria perché ha chiesto al Dipartimento per lo Sport informazioni sull’attribuzione dei punteggi, evidenziando “probabili errori di calcolo”, senza avere nessuna risposta; chiede al TAR, in primis, la sospensione di tutti gli atti che lo hanno escluso dal finanziamento e, alla prima udienza, quella cautelare, rinuncia alla stessa cautelare perché quella sezione ha precedentemente respinto analoghi ricorsi.piscina-rinuncia-cautelare-2

Ora, quando si decide di ricorre al TAR chiedendo in primis la sospensione degli atti impugnati, lo si fa con la giusta ragione e la dovuta cognizione di causa. Fare un ricorso, chiedere la cautelare e alla prima udienza rinunciarvi è una cosa insolita che, quanto meno, va spiegata. E, certo, non basta dire che i precedenti di quella Sezione del TAR Lazio, su quel tipo di ricorso, sono “tutti negativi”.

Prima di ricorrere l’amministrazione comunale poteva preventivamente verificare qual era l’orientamento di quella sezione sulle cautelari contro quel tipo di graduatoria, in modo da valutare se era il caso di ricorrere oppure no.
Si poteva discutere la cautelare e, nel caso di un esito negativo, ricorrere in appello; qui, magari, il comune avrebbe potuto anche avere ragione. In questo caso, gli atti sarebbero stati sospesi e l’udienza di merito si sarebbe discussa dopo qualche mese.

Quanto tempo passerà prima che il TAR Lazio fissi l’udienza di merito? Da quello che so, generalmente passano più o meno cinque anni. Se davvero ci vogliono cinque anni, l’udienza di merito sulla piscina potrebbe tenersi nel 2026 con l’amministrazione Valenzano scaduta già nel 2024. Ovviamente nessuno sa cosa succederà dopo maggio 2024 e che fine farà questo ricorso.

Sappiamo solo che sono stati impegnati, e saranno pagati, circa 8.000 euro per imbastire un ricorso che si è sostanzialmente fermato. Per non parlare del contributo unificato -650 euro- che il comune ha pagato in ritardo su sollecitazione del Tribunale Amministrativo del Lazio.

 

 

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