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Grande viabilità, l'altro ieri la ditta voleva “sfondare” il muro ma un contrordine l’ha fermata

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grande-viabilita-29-9-2021

 

di Gianni Nicastro

Lunedì scorso, intorno alle 9:00, la ditta appaltatrice della grande viabilità si è presentata sul cantiere con i mezzi meccanici intenzionata ad abbattere il muro contro cui, da un paio d’anni, si è schiantata la strada a quattro corsie del primo lotto della grande viabilità. La pala meccanica, però, non è scesa dal camion e l’appaltatore, a un certo punto, è andato via. Sul cantiere c’erano le maestranze della stessa ditta appaltatrice e uno dei progettisti dell’opera pubblica il cui primo progetto è stato approvato nel lontano 1998.

E’ strano che la ditta se ne sia andata senza fare niente. L'altro ieri mattina non c’era nessuno a contrastare lo sfondamento, la ditta avrebbe potuto operare tranquillamente. Perché, allora, dal comune è arrivato il contrordine, cioè la ritirata?
Forse perché c’era Rutiglianoonline, che avrebbe filmato tutto; oppure, molto più verosimilmente, non è successo nulla a causa della formale diffida dal proseguire nell’abbattimento recapitata al comune dall’avvocato del proprietario dell’area nella stessa mattinata di lunedì scorso. Il comune, comunque, è intenzionato a tornare alla carica la settimana prossima, e lo farebbe addirittura con l’ausilio della forza pubblica. Non sappiamo se sarà così, ma questo ci hanno riferito sul posto lunedì mattina.  grande-viabilita-29-9-2021-2

Nel caso l'altro giorno la ditta avesse portato a termine lo sfondamento del muro, cosa sarebbe successo al pozzo artesiano che, con la sua acqua ad uso irriguo e domestico, alimenta l’abitazione dei proprietari e la loro azienda agricola? E la fossa Imhoff che fine avrebbe fatto? Una volta aperto, immagino che la ditta avrebbe cominciato a demolire il pozzo, la fossa Imhoff, il muro di cinta, ad espiantare gli alberi, a sbancare e livellare il terreno. Senza pozzo e fossa Imhoff l’agibilità di quella casa che fine avrebbe fatto o farebbe?

Il comune: pozzo "abusivo"
Sul pozzo artesiano c’è una confusione che lascia alquanto perplessi. Il comune sostiene che quel pozzo sia abusivo, lo ha messo nero su bianco in una risposta scritta a informazioni da me formalmente chieste il 7 giugno scorso attraverso l’accesso civico agli atti. “L’area pertinenziale del Sig. Petruzzi -ha risposto l’ufficio tecnico-, divenuta comunale in base al perfezionamento del procedimento espropriativo, nelle forme di legge, contiene un pozzo artesiano abusivo, una fossa Imhoff, e un capanno abusivo, poi condonato, oltre a pezzi di muro e alberi ornamentali”.

La cronistoria che fa l’ufficio tecnico riferisce di un pozzo sottoposto a sanzioni e ordinanza di demolizione (2002) mai opposta dal grande-viabilita-29-9-2021-1proprietario “così da potersi affermare -scrive ancora l’estensore comunale della risposta-  che l’abuso (cioè il pozzo, n.d.r.) e l’area che lo contiene sia divenuta ‘di diritto’ di proprietà dal comune sin dal 2002”. Sembrerebbe, dunque, che non solo l’area espropriata sia di proprietà del comune, ma anche il pozzo artesiano. Una risposta che mi ha lasciato di stucco anche alla luce di quello che si legge nella determina dell’ufficio urbanistica di “liquidazione dell’indennità di esproprio…”, la n. 836 del 19 luglio 2018: “Preso atto che l’indennità provvisoria di esproprio si riferisce alla sola area interessata dalla viabilità, in quanto la ricostruzione della recinzione e del pozzo artesiano, su di essa insistenti, sono stati posti a carico della impresa appaltatrice, come specificato nel progetto esecutivo approvato”.

Dunque, a luglio 2018 l’ufficio tecnico, in un atto amministrativo, scrive che la recinzione e il pozzo saranno ricostruiti dalla ditta appaltatrice, e anche a suo carico (a suo carico presumo significhi a sue spese), perché così, addirittura, è specificato nel progetto esecutivo che, se non ricordo male, è stato approvato dalla giunta comunale a dicembre del 2014. La questione che mi disorienta è che il comune, a luglio del 2021, in quella risposta, mi dice che il pozzo è abusivo dopo averne messo la sua ricostruzione a carico della ditta sin dal progetto esecutivo (2014) e dopo aver ribadito la stessa cosa in una determina nel 2018. A giugno del 2019 lo stesso comune di Rutigliano recapita una nota ai proprietari dell’area con la quale invita ad indicare l’ubicazione precisa dove ricostruire pozzo e fossa Imhoff “a cura dell’impresa appaltatrice dell’opera pubblica, ovvero la loro inclusione nelle opere da indennizzare”.grande-viabilita-29-9-2021-3

Insomma, è dal 2018, forse anche dal 2014, che il comune deve ricostruire o indennizzare quelle due opere a sevizio della privata abitazione dei proprietari dell’area espropriata, non lo ha ancora fatto ma si presenta l’altro ieri mattina con le ruspe per “sfondare” il muro e demolire tutto quello che si trova sulla stessa area espropriata. Il disorientamento qui sta nel fatto che il comune voglia ricostruire, o indennizzare, un pozzo da lui stesso ritenuto abusivo. Come è possibile?

Il pozzo è veramente abusivo?
Forse quel pozzo abusivo proprio non è. Sono venuto ieri a conoscenza di un documento della regione Puglia -assessorato ai lavori pubblici ufficio del Genio Civile di Bari- datato 28 settembre 2001 con tanto di numero di protocollo. Su questo documento si legge che il dirigente dell’ufficio del Genio Civile di Bari "autorizza" il sig. Petruzzi "a procedere alla ricerca di acque sotterranee in territorio di Rutigliano alla contrada Pezze Le Rose…”. Che cos’è questo documento? A me, francamente, dà l’idea di una autorizzazione alla realizzazione del pozzo artesiano in questione, un’autorizzazione che fa seguito alla “conformità degli atti e degli elaborati grafici allegati all’istanza” e al “referto di pubblicazione, senza opposizioni, all’Albo Pretorio del Comune di Rutigliano del 6/9/2001”.

Quindi, al comune dovrebbe risultare sin da settembre del 2001 che quel proprietario sia stato autorizzato alla ricerca di acque sotterranee dalla regione Puglia. Il Petruzzi costruisce il pozzo e viene autorizzato dalla Provincia di Bari all’estrazione e utilizzazione di acque sotterranee. E’ del 28 settembre 2017, infatti, l’ultima concessione all’emungimento rilasciata dalla Città metropolitana di Bari ancora in corso di validità (scade nel 2023).

Se questi documenti non sono autorizzazione alla costruzione del pozzo e successive concessioni all’emungimento, cosa sono? E se questi documenti legittimano la presenza e l’utilizzo di quel pozzo, perché il comune di Rutigliano, ancora oggi, continua a dire e a scrivere che quel pozzo è “abusivo”?

Ora, non so come andrà a finire questa vicenda; se la settimana prossima l’amministrazione comunale davvero manderà le ruspe insieme alla forza pubblica a sfondare quel muro. Certo è che, da qualsiasi lato la si analizzi, questa vicenda suscita grandi, forti, perplessità su come sia stata gestita sul piano tecnico, amministrativo, e anche politico, dal ’98 a lunedì scorso.

 

 

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