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«Non sono la stampella del Partito Democratico», parla il consigliere Diego Difino

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interv diogo-difino

 

di Gianni Nicastro

Più passa il tempo, più i rapporti tra il consigliere Diego Difino, la maggioranza e l’amministrazione comunale, si fanno tesi, al limite della rottura. Diego Difino fa parte della maggioranza. Con la sua lista “Libertà e Progresso”, a maggio del 2019, ha contribuito, se non determinato, la vittoria elettorale di Giuseppe Valenzano. Seconda lista più votata della coalizione “Amo Rutigliano”, Libertà e Progresso ha mandato in consiglio comunale due consiglieri, lo stesso Difino e Maria Palagiano. Un sodalizio politico, Difino-Palagiano, che si riteneva inossidabile ma che, dal consiglio sul bilancio di previsione -del 25 maggio scorso- si è incrinato, rotto forse irrimediabilmente.

La critica feroce sul bilancio di previsioneinterv diego-difino-0
In quel consiglio Diego Difino è stato duro con maggioranza e amministrazione. Ha letteralmente gridato le cose che, secondo lui, non andavano nel bilancio di previsione. E non è stata polemica fine a sé stessa. Difino ha snocciolato una serie di capitoli di bilancio, senza fondi o con stanziamenti limitati. «Io oggi speravo -ha detto in quel consiglio- di avere un bilancio di previsione che fosse di cambiamento, un bilancio di coraggio. Invece mi trovo ad affrontare un bilancio che è semplicemente, per il 90%, un copia e incolla». Ancora: «In campagna elettorale abbiamo parlato di cambiamento non di riproposizione delle medesime poste di bilancio». «E’ un bilancio fortemente discriminante nei confronti delle imprese» ha rincarato Difino in relazione alla mancata riduzione della TARI alle imprese commerciali duramente colpite da un anno e mezzo di pandemia. «Un bilancio fortemente discriminante nei confronti delle donne» pinterv diego-difino-1erché stanziava fondi irrisori alla Commissione Pari Opportunità, fondi che non permettono di fare nulla a una commissione, tra l’altro, che non esiste da quando, a febbraio scorso, si sono autodimesse otto componenti su nove e da quando il sindaco, d’imperio, ne ha dimissionato la presidente. Il bilancio di previsione «è discriminante anche nei confronti dei disabili» ha redarguito ancora il consigliere Difino in videoconferenza il 25 maggio scorso. Discriminante nei confronti dei disabili perché, ha argomentato, non ha previsto fondi nel capitolo a loro dedicato.

Insomma, si è visto un consigliere di maggioranza fare un intervento di vera e propria opposizione, un intervento come l’attuale opposizione non ha mai fatto in tre anni. Agli argomenti, alle critiche -anche puntuali- spiattellati dal consigliere Difino in quel consiglio, la maggioranza ha contrapposto polemica, per quello che ho potuto sentire. Dal consigliere Francesco Tarulli Difino è stato accusato di complottare con l’opposizione, il consigliere Francesco Sorino ha definito il suo intervento «una pagliacciata». Nulla di politico, dunque, nessun confronto sulle critiche mosse al bilancio di previsione 2021-2023 da un consigliere di maggioranza fuori dal coro. interv diego-difino-2
Un bilancio che, alla fine, ha visto il voto contrario di Difino e il voto favorevole di Maria Palagiano e del resto della maggioranza. Donatella Lamparelli, Roberto Romagno e Giuseppe Poli hanno votato contro.

L'intervento di
Michele Maggiorano

Nell’ultimo consiglio comunale, quello de 23 giugno scorso, è successo un altro fatto politicamente rilevante. All’ordine del giorno c’era il rendiconto di gestione del 2020, un atto fondamentale come il bilancio di previsione, alla cui votazione Difino non ha partecipato. Ma prima di riferire quello che è successo tra Difino e il presidente del consiglio Alessandro Milillo, vorrei dire due cose su un altro fatto importante del consiglio del 23 giugno, la presenza in aula del consigliere comunale Michele Maggiorano.

E’ noto che l’ex presidente del consiglio abbia avuto il Covid, che sia stato in ospedale, in area critica, da novembre dell’anno scorso fino a febbraio di quest’anno. Michele Maggiorano è potuto uscire di casa solo agli inizi di aprile scorso. Quando si discute il rendiconto, così come il bilancio di previsione, le pregiudiziali in consiglio non sono ammesse, ma il presidente Milillo ha concesso a Maggiorano di intervenire.
interv diego-difino-01«Ho chiesto al presidente di salutare tutta Rutigliano oggi» ha detto Maggiorano. «La mia famiglia -ha aggiunto- che mi è stata davvero vicino in questo incubo che ho vissuto». Quindi ha ringraziato ancora la moglie e le figlie, e lo ha voluto fare dall’aula consiliare. «La mia famiglia mi ha aiutato tantissimo ad uscire da questa situazione tragica che, mi auguro, nessuno, ma davvero nessuno, viva perché, se qualche negazionista oggi dice che il Covid è poco più di un’influenza, dice il falso perché non ha vissuto quello che io ho vissuto o che tanti hanno vissuto e che ci hanno anche lasciato» ha detto l’ex presidente del consiglio. Insomma, il consigliere Maggiorano si è preso un momento, per lui importante, in cui ha ringraziato, ma ha anche ricordato i lunghi cento giorni di ospedale, una situazione difficile dalla quale è uscito nell’affetto della famiglia e nella vicinanza di tutti, cittadini, consiglieri comunai e amministrazione. Alla fine dell’intervento, il consiglio tutto ha tributato un applauso al consigliere ritornato in aula consiliare e alla politica.

Lo scontro Difino-Milillointerv diego-difino-4
Dopo l’intervento di Maggiorano, sia la consigliera Lamparelli che il consigliere Difino volevano intervenire, ma Alessandro Milillo ha negato gli interventi. Difino ha insistito e il presidente, con tono scocciato e duro, ha più volte ripetuto: «Consigliere Difino non può parlare, consigliere Difino non può parlare…». A quel punto, contrariato, il consigliere Difino si è alzato ed è uscito dall’aula consiliare. Non vi è più ritornato, non ha, quindi, partecipato al voto sul rendiconto 2020.

Una «voce critica dentro la maggioranza»
Ora, è evidente che tra il consigliere e la sua maggioranza c’è una continua tensione dovuta anche a un certo isolamento politico che Difino vive dentro la stessa maggioranza e non solo, anche nella suo movimento. Ho chiesto al consigliere per quale motivo non ha partecipato al voto sul rendiconto. «Io non sono stato né convocato sul bilancio di previsione e né sul rendiconto di gestione» mi ha risposto. «Quando -ha aggiunto- sul bilancio di previsione Tarulli fa un intervento e dice che io sono stato convocato e non mi sono presentato, sono tutte chiacchiere. Io non sono mai stato convocato sul bilancio di previsione così come non sono stato convocato sul rendiconto di gestione». Un isolamento politico causa di continua tensione in una maggioranza, per il resto, piuttosto blindata. Comunque, «io rimango una voce critica all’interno della maggioranza» ha detto ancora Difino. «Non sono la stampella del Partito Democratico. Sono un uomo libero. Se un provvedimento è dalla parte dei cittadini è bene, lo voto; altrimenti…».

Quindi, consigliere Difino, assume una posizione autonoma, praticamente
«Critica all’interno della maggioranza e dalla parte dei cittadini, l’ho ribadito tante volte».

Mi scusi, ma se lei è il presidente della prima commissione come fa a non essere stato convocato sul bilancio e sul rendiconto, provvedimenti che vanno discussi proprio nella prima commissione consiliare?
«No, no… Nella riunione di maggioranza, attenzione».

Politicamente parlando, dunque, non è stato coinvolto.
«No. Tarulli addirittura ha raccontato una falsità in consiglio comunale (mi dimostrasse il contrario). Ha detto che io tramite delle persone (che, poi, mi dicesse nome e cognome di queste persone) sarei stato convocato in una ipotetica riunione di maggioranza sul bilancio di previsione. Non è vero, io non sono stato convocato».

La "plastica" e l'inizio dello scontro
Lo scontro con la maggioranza e l’amministrazione, mi ha raccontato Difino, è cominciato dall’approvazione, da parte del consiglio comunale ad aprile scorso, di uno schema di convenzione con una ditta insediata nel PIP di via Conversano per la costruzione di un capannone-deposito di materiale plastico e cartaceo. All’epoca, il consigliere Difino ha detto, alla sua maggioranza: «Prima di portare il provvedimento nella conferenza dei capigruppo, soprattutto un progetto sulla plastica, dobbiamo approfondire certe tematiche. Siccome io credo in un modello di sviluppo economico differente rispetto a quel modello di sviluppo (della plastica, n.d.r.), ho detto cerchiamo un attimo di sederci a tavolino e capire bene questa vicenda. Invece loro la portano il giorno dopo e dopo cercano di capire e, quella mattina stessa Francesco Tarulli mi scrive “se ti sta bene così... se no ciao”. Questa è la morale. E io non posso accettare questi atteggiamenti». «Io non ho chiesto nulla di che -ha aggiunto ancora Diego Difino- io ho chiesto semplicemente un rinvio del punto e un maggior approfondimento».

Insomma, il provvedimento e la relativa convenzione che si sono portati in consiglio ad aprile scorso, in effetti, riguardavano la realizzazione di un capannone da destinare a "stoccaggio di materiale plastico e cartaceo per imballaggi". Sulla questione, il consigliere Difino, così come lui mi ha raccontato, voleva il rinvio del punto per un ulteriore approfondimento trattandosi di un deposito che comprendeva anche la plastica ed un eventuale aumento della produzione a freddo con materiale plastico. Invece, l’amministrazione e la maggioranza sono andati avanti senza curarsi dell’opinione di un consigliere comunale -di maggioranza- leader del secondo partito della coalizione. Da qui, dunque, è partito lo scontro tra Diego Difino e la maggioranza.

Nessun complotto con l'opposizione
Ma c’è un’altra questione squisitamente politica accennata prima. In tutta questa vicenda, compreso le posizioni critiche sul bilancio di previsione, Difino è rimasto solo in consiglio comunale, ma anche fuori, nel suo stesso movimento.
interv diego-difino-3
Consigliere Difino, abbiamo assistito sul bilancio di previsione una diversa posizione tra lei, che ha votato contro, e la consigliera Palagiano che si è distinta dalla sua posizione intervenendo e votando a favore. Le chiedo: si è rotto il sodalizio politico tra lei e la Palagiano?
«Dovete chiedere a lei. Io non accetto compromessi, vado avanti nella mia libertà. Dovete chiederlo a lei. Io noto esattamente quello che noti tu. Lei (la Palagiano, n.d.r.) vota qualsiasi provvedimento della maggioranza. Questo è un dato di fatto. Non voglio fare la stampella del Partito Democratico. Voglio votare con coscienza, se un provvedimento è giusto, e dalla parte dei cittadini, avranno, come hanno già avuto, il mio consenso. Quando il provvedimento, dal mio punto di vista, è a favore della cittadinanza, avranno sempre la porta aperta, loro lo sanno. Poi, non mi vogliono convocare? Non mi convocassero. Vogliono dire che sono io il traditore, che me ne vado all’opposizione? Dicessero quello che vogliono. L’importante è che io, con la mia coscienza, sono in pace in maniera pulita e serena».

Quindi, nessun complotto fra lei e l’opposizione come le ha rinfacciato Tarulli nel consiglio comunale sul bilancio?
«Vabbè, lasciamo perdere… Non c’è nessun complotto con l’opposizione. Io ho sempre, da quando sono presidente della prima commissione, ho sempre dialogato con tutte le forze politiche perché, se una proposta è meritevole di essere presa in considerazione e proviene dall’opposizione, io la sposo, la porto avanti. Perché è l’idea che va avanti, non è una questione di destra o di sinistra. Io l’ho detto apertamente anche in consiglio comunale».

Sul piano, invece, squisitamente politico: tra lei e la lista Libertà e Progresso so che i rapporti si sono raffreddati.
«Io sono il capogruppo della lista Libertà e Progresso».

Vi state vedendo o Andrea Saffi, Mimmo Gigante e la Palagiano si vedono e lei no
«Mi risulta che Andrea Saffi e Gigante sono molto vicini alle posizioni del Partito Democratico, molto distanti dalla mie posizioni. Soprattutto Andrea Saffi e Gigante sono distanti dalle mie posizioni. In questo momento».

E la Palagiano?
«Non lo so, bisogna chiederlo a lei».

Insomma, da quel che mi pare di capire, è in atto una sorta di rottura con il suo gruppo.
«Il gruppo, innanzitutto, non è informato; c’è una lista, c’è un gruppo di persone, ok? E io mi sento continuamente, e ogni giorno, con le persone della lista. La posizione, invece, di Andrea Saffi e di Mimmo Gigante, per quello che mi risulta... Poi, io non lo so, perché io con queste persone non ci parlo. Quello che mi risulta, che vedo, che si vocifera, è che hanno una posizione differente rispetto alla mia. E la mia non è mai stata una posizione contro la maggioranza. La mia è semplicemente portare avanti delle idee, delle battaglie, degli ideali che non possono essere svenduti, assolutamente. Io non posso fare la stampella del Partito Democratico. Io non posso arrivare in consiglio comunale e alzare la mano. Non esiste proprio. Dal mio punto di vista non esiste un cosa del genere. Poi, io -ribadisco- non ho interessi di natura personale, non ho interessi personali. Sono un uomo libero. Quindi, io vado avanti per quello che sono, una persona coerente con sé stessa. Poi, mi attaccheranno, faranno quello che vogliono… Pazienza, io questo sono, non cambio».

 


 Errata corrige (qui) sulla frase "Dal consigliere Francesco Tarulli Difino è stato accusato di complottare con l’opposizione"

 

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