Regionali. PD primo partito a Rutigliano e la batosta del centrodestra

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di Gianni Nicastro

Nessuno se lo aspettava, non certo a questo livello, né in loco né in Puglia. Lo stesso Michele Emiliano ieri, dopo la prima proiezione ha detto «ho temuto di perdere», perché i sondaggi dei mesi scorsi, e gli exit pool dell’immediato dopo-voto, davano testa a testa i due principali candidati presidente. Gli elettori, nell’urna, hanno dimostrato, ancora una volta, che un conto sono i sondaggi e i relativi pronostici preelettorali, un conto sono le elezioni vere, quelle che richiedono la croce a matita sulla scheda elettorale nel segreto dell’urna.

Anche a Rutigliano il risultato elettorale ha sorpreso nei numeri, del PD e del suo candidato principale, Francesco Paolicelli, “imposto” a tutta la maggioranza e all’amministrazione, una “imposizione” che -non c’è che dire- ha pagato in termini elettorali e anche bene. Il risultato del candidato marito dell’assessore all’urbanistica Antonella Berardi è straordinario; non è il record delle preferenze alle regionali a Rutigliano, quello lo detiene, credo, Franco Delliturri, ma è un risultato importante.
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Le preferenze di Paolicelli -1518- superano di 340 voti il risultato dell’intero PD (1178 voti) alle comunali dell’anno scorso, e superano di 537 voti il risultato delle regionali del 2015 dello stesso intero PD (981 voti). Paolicelli ha dato la volata al partito di Nicola Zingaretti a Rutigliano che si attesta, nelle regionali appena trascorse, a 2317 voti, quindi al 30,67%. Il PD, dunque, primo partito a Rutigliano dove governa quasi da solo; immagino i tappi di spumante che sono, giustamente, saltati ieri notte.

Chi, invece, non ha fatto saltare tappi di spumante, o di prosecco d’annata, sono i fitto-colamussiani, quelli sempre super organizzati in qualsiasi elezioni, insieme all’intero centrodestra. Un flop elettorale che non ha precedenti. Un centrodestra unito e sostanzialmente riorganizzato in FDI, FI e Lega che incassa un 42,28% (3194 voti) rispetto a un centrosinistra che arriva al 47,35% (3577 voti). Il centrosinistra a Rutigliano che supera di oltre cinque punti il centrodestra non si era mai visto in una competizione elettorale dal valore politico come le regionali. Cinque anni fa, infatti, qui ha vinto Fitto su Emiliano con -rispettivamente- 36,22% e 35,82%; il centrodestra, allora diviso e complessivamente considerato, ha ottenuto il 45,74%, dieci punti in più del 35,93% ottenuto dal centrosinistra.

Per quanto soggetti al vento del momento e agli umori degli elettori siano i risultati di una competizione elettorale, quelli ottenuti dal PD e dal centrosinistra a Rutigliano non erano per niente scontati. A maggior ragione se si considera che il centrodestra aveva riempito le sue liste di rutiglianesi. Teresa Diomede (694 voti), Vincenzo Damato (277 voti), Luciana Prosperi (336), Giacomo Sgobba (64 voti) e Vincenzo De Gregorio (34 voti), hanno preso insieme meno voti (1409) del singolo candidato del PD Francesco Paolicelli. Insomma, la performance elettorale dei rutiglianesi è stata complessivamente un disastro, si sono fatti superare da un giovane sconosciuto di Altamura, per quanto imparentato con una assessora della giunta Valenzano.

In realtà Lega, FDI e FI, fuori dalle logiche e dalle beghe paesane, un risultato elettorale lo hanno ottenuto, e anche straordinario, se si confrontano i voti delle regionali di ieri con quelli delle regionali del 2015. La Lega, che allora si è presentata con il simbolo “NOI CON SALVINI”, passa da 79 voti di cinque anni fa a 781 di oggi; FDI da 43 a 931; FI da 362 a 1004 voti. In termini assoluti l’aumento dei voti è significativo per quanto “drogato” da un apporto non organico che ha corroborato FDI con i voti dei fitto-colamussiani su Teresa Diomede e FI con i voti di Diego Difino e Roberto Romagno su Luigi Loperfido. Voti non organici, appunto, che possono venir meno alla prossima tornata elettorale.

I Cinque Stelle. Calano a Rutigliano così come a livello regionale. In loco passano dal 17,82% (1241 voti) del 2015 all’8,93 (675 voti) del 2020; in Puglia dal 17,19% (275.114 voti) di cinque anni fa al 9,86% (165.243 voti) di ieri. Il M5S paga tutta una serie di errori politici, dal governo con la Lega, che lo ha elettoralmente dissanguato, alla perdita della verginità movimentista con l’esperienza di due governi l’uno diametralmente opposto all’altro. In Puglia, poi, l’errore politico più importante, il rifiuto di Antonella Laricchia all’alleanza con il PD e il centrosinistra di Emiliano, che tutti i big cinque stelle nazionali volevano, lo volevano anche i grillini di Rousseau. Oggi in Puglia i cinque stelle starebbero a cantar due vittorie, il referendum e le regionali, con una maggiore capacità di influire nella politica della regione rispetto a quella che avrà nei prossimi cinque anni con qualche consigliere regionale in meno e all’opposizione.

 Qui tutti i risultati a Rutiglino, liste e preferenze

 

 

 

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