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Piazza Manzoni, il bagno in bella mostra e tutto intorno le panchine

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di Gianni Nicastro

In quella zona della città il comune ha dato al bagno o, più volgarmente detto “cesso”, un ruolo di primo piano. Su via Dante, infatti, all’altezza del parco urbano, la prima cosa che si nota è il bagno non il “palacultura”.

Generalmente, quando si costruisce un bagno, sia all’interno che all’esterno, si sceglie di collocarlo nella parte più discreta, meno in vista. A Rutigliano no, i “cessi” si mettono in bella mostra, in primo piano. Un insperato protagonismo urbanistico per così umili, e discreti, manufatti edilizi; è successo con il parco su via Dante, succede con la riqualificata Piazza Manzoni.
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Quel manufatto, quella scatola con una porta e senza finestre, quella specie di bunker, è la prima cosa che si vede quando si guarda Piazza Manzoni da via Dante, da via Cialdini o da via Petrarca. Un amministratore del comune mesi fa, a chi ha chiesto conto del perché si fosse scelto di posizionarlo a quella maniera, ha risposto che così era nel progetto. Non è vero, nel progetto quel bagno non esiste.


Quando agli inizi di giugno dell’anno scorso stavano costruendo quel cubo, ho chiesto all’ufficio tecnico cosa fosse; mi è stato risposto che era il bagno, appunto, proposto come miglioria in sede di gara dalla ditta vincitrice dell’appalto. Quindi, il bagno nel progetto non esiste e, chi abbia deciso di dar corso a quella miglioria e di farlo realizzare in bella mostra, proprio al centro della parte alta della piazza, non lo so.

Certo, considerando il vicino bagno del parco urbano su via Dante, si poteva chiedere alla ditta, come miglioria, di realizzare qualcos’altro più o meno dello stesso valore. L’amministrazione Romagno, invece, ha accettato, senza proferire parola alcuna, quella “miglioria”. L’attuale amministrazione non è pervenuta, e ora ci ritroviamo un manufatto edilizio inguardabile sul piano architettonico, un “cesso” in bella mostra, con la porta di ingresso a vista, sul lato libero di una piazza perimetrata da tante panchine da cui le persone sedute -e in piedi- potranno tranquillamente vedere chi entra e chi esce, chi soffre di incontinenza e chi no. Insomma, una sorta di “spettacolo”.
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Non si capisce, davvero, la scelta di fare un bagno nella piazza in questione, ancor più non si capisce la scelta di posizionarlo a quella maniera. Tra l’altro, una piazza non necessariamente deve avere un bagno, soprattutto quando a poca distanza ce n’è già uno. Piazza Salvo D’Acquisto -per esempio- frequentatissima d’estate da famiglie con bambini, non ha il bagno; come non ce l’ha Piazza delle Regioni o Piazza Cesare Battisti. Anche Piazza XX Settembre non ce l’ha, il bagno è giù nel Viale della Repubblica, più o meno alla stessa distanza che c’è tra Piazza Manzoni e il bagno nel parco su via Dante. Piazza Colamussi il bagno ce l’ha, ma non lo si vede, posizionato in una stretta viuzza sotto l’orologio. Piazza Manzoni no, il bagno ce lo doveva avere in bella mostra, al centro sul lato alto, grosso e cieco.

Al di là del bagno, la ditta ha avuto dal comune l’ennesima proroga di ultimazione dei lavori, la terza dal 28 gennaio 2019, data di consegna degli stessi lavori. E’ stata data a giugno e ad ottobre 2019, la terza è del 21 gennaio scorso. Proroga chiesta dalla ditta per “interferenze” con l'opera. Il problema è  “la presenza della gru che ancora occupa una porzione di area del cantiere”, si legge nella determina che ha concesso la proroga.

La gru sarà spostata e questo richiede “un tempo non inferiore a 40-50 giorni”, quindi, la ditta appaltatrice -la AEMME Srl- “ha chiesto una proroga al termine contrattuale per l’ultimazione dei lavori, pari a giorni 120”, si legge ancora nella determina dell’ufficio tecnico. L’appaltatore ha chiesto altri 120 giorni di proroga, il comune gli ha concesso “giorni 60 (sessanta)”. Ce la farà la ditta a ultimare i lavori con la metà del tempo richiesto e con quella gru da spostare?

Io spero di sì, non vedo l’ora di godere della piazza ultimata, di vedere la giostrina, la fontanina, la “stele” con la firma del comune e la gente che entra ed esce dal bagno.

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