Piano triennale, in consiglio domani ancora la privatizzazione dell’illuminazione pubblica

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“I sei consiglieri di opposizione proprio non la vogliono la sostanziale privatizzazione della pubblica illuminazione a Rutigliano. Minguccio Altieri, Oronzo Valentini, Franco Delliturri, Giuseppe Valenzano, Antonella Berardi e Diego Difino, dopo aver tentato di convincere amministrazione e maggioranza che era necessario rinviare il punto per un altrettanto necessario approfondimento, negato dalla maggioranza, hanno ritenuto di non poter far altro che uscire dall’aula al momento della votazione.
L’aggiornamento del Piano triennale delle opere pubbliche, dentro cui c’è la concessione a una ditta privata dell’efficientamento energetico e della gestione della rete pubblica dell’illuminazione, è stata, dunque, mercoledì scorso, approvata dalla sola maggioranza e dal sindaco” (qui).

A marzo scorso l’amministrazione Romagno ha portato in consiglio comunale, facendoselo approvare dalla sua maggioranza, un programma triennale delle opere pubbliche con dentro lo studio di fattibilità che privatizza la gestione dell’illuminazione pubblica. L’opposizione, come leggiamo, non l’ha votato quel piano triennale per non votare quello studio di fattibilità, e lo ha fatto con un gesto eclatante, uscendo dall’aula consiliare.

Tra i banchi dell’opposizione allora c’era l’attuale sindaco Giuseppe Valenzano, l’attuale assessore all’urbanistica Antonella Berardi e l’attuale consigliere di maggioranza Diego Difino.

Domani in consiglio comunale sarà portato un Piano triennale delle opere pubbliche 2019-2021, “Aggiornamento settembre 2019”, nel quale è ancora presente il punto approvato dalla giunta Romagno2 a marzo scorso, cioè la privatizzazione dell’illuminazione pubblica: “Gestione, adeguamento ed efficientamento impianti di pubblica illuminazione. Finanza di Progetto”.

Lo schema che sarà portato in consiglio domani, alla privatizzazione dell’illuminazione pubblica dà  “Livello di priorità 1”, cioè massima priorità. Il “livello di progettazione” indicato nell’allegato I-scheda E riporta il numero “1” della “tabella E.2” che così, in nota, recita: «1. progetto di fattibilità tecnico-economica: “documento di fattibilità delle alternative progettuali”». Ora, quello inserito da Romagno2, compreso nel piano triennale delle opere pubbliche che sarà portato in consiglio domani, è uno studio di fattibilità non un progetto di fattibilità tecnica; e negli elaborati dello studio di fattibilità in questione non esiste nessun “documento di fattibilità delle alternative progettuali”. Siamo, quindi, di fronte a una incongruenza non da poco anche di tipo formale, oltre che politico.

E’ vero, l’aggiornamento di settembre 2019 del piano triennale delle opere pubbliche contiene l'“Intervento conservativo Area Archeologica e chiesa di Sant’Apollinare”. Un intervento importante di 155.000 euro previsto nel 2020, con un progetto di recupero basato su una convenzione tra comune e proprietari che metterà l’area e il bene culturale a disposizione del pubblico. Va benissimo, ma era necessario conservare la privatizzazione dell’illuminazione pubblica?

Non vorremmo che il cambiamento tanto decantato in campagna elettorale e in consiglio comunale si limitasse al “grazie”, “prego”, “ne ha facoltà”. Il bon ton, i toni pacati, ci stanno, ma non bastano; il cambiamento sta nella politica, nella sostanza dei provvedimenti, sono queste cose che fanno la differenza tra prima e dopo, tra passato e presente.

 

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