Un cambiamento politico e generazionale voluto dal 61,48% degli elettori

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Che i “polifunzionali”, con tutti i colamusso-romagnani, avessero politicamente il tempo contato, è stato chiaro sin dall’inizio del percorso elettorale che si è chiuso questa notte a Rutigliano. Il risultato di oggi è il frutto di dieci anni di governo ordinario, spesso mediocre, non all’altezza di una città grande sul piano economico, produttivo, sociale e culturale come Rutigliano.

Madornali errori e ritardi nelle opere pubbliche, bassa qualità della vita urbana dovuta all’irrisolto problema dell’abbandono dei rifiuti, a una viabilità caotica e ingorgata nei punti più strategici, alla diminuzione dei parcheggi, insieme all’assenza quotidiana di amministratori in municipio nelle ore in cui questa presenza i cittadini se l’aspettano; il senso di abbandono, spesso di deriva, che i cittadini hanno avvertito in questi anni, hanno portato gli elettori a cambiare registro, a scegliere una nuova e più giovane classe dirigente, un nuovo schieramento politico.

Certo, le irrimediabili divisioni dell’area ex centrodestra al governo sino a ieri, hanno dato un poderoso contributo alla vittoria di Giuseppe Valenzano e del centrosinistra che, dopo vent'anni, ha capito l’importanza dell’unità e del chiaro posizionamento nel proprio campo politico.

L’altro dato interessante di questo cambiamento è l’età media della maggioranza consiliare, che si abbassa da 51 a 34 anni. Non è un dato determinante, ovviamente, ma siamo davvero di fronte a un cambio di passo radicale anche di tipo generazionale, al quale speriamo segua un altrettanto cambio radicale nella politica amministrativa e nel modo di farla. Questo hanno voluto gli elettori con quel 61,48% di consensi a Giuseppe Valenzano.

 

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