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25 Aprile 2024 ore 19:30

 

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Palacultura, sportello del macchinario aperto e recinzione degradata

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palacultura-sportello-aperto


di Gianni Nicastro

Qualcuno è salito su quel solaio e ha aperto uno degli sportelli del grande macchinario condizionatore che da un anno, e forse più, è sopra a uno dei vani della struttura. Ha aperto e appoggiato lo sportello su un lato del macchinario. Sembra sia stato smontato per una ispezione, non sappiamo di che tipo. Certo è che, se si fosse trattato di una ispezione da parte di personale autorizzato, quello sportello alla fine lo avrebbero messo a posto, chiuso. Ed è difficile pensare che si sia aperto e adagiato a quella maniera da solo.

Non vorremmo si sia trattato di una incursione vandalica o, peggio, di ladri interessati al rame o a componenti vendibile di quel “condizionatore autonomo monoblocco tipo Rooftop per raffreddamento e riscaldamento” comprato dal comune a settembre dell’anno scorso a un costo di 32.940 euro. Se davvero dovesse risultare che da quel macchinario siano scomparsi dei pezzi, sarebbe intollerabile, vorrebbe dire mancanza di custodia e mancanza di controllo su chi avrebbe dovuto custodire il cantiere e l’opera pubblica in costruzione.

L’aspetto che oggi ha quel cantiere, da che sono stati sospesi i lavori, è di totale abbandono e degrado. La recinzione è aperta in più punti, chiunque può entrarvi con estrema facilità, anche bambini e ragazzi.

Ora, a chi spetta la vigilanza del cantiere? Il 9 giugno 2017 l’ex direttore dei lavori, alla presenza dell’impresa, ha sospeso i lavori, “limitatamente alle residuali opere appaltate”, per la “indeterminazione delle modalità esecutive dell’impianto interno di condizionamento così come proposto in corso d’opera dalla stazione appaltante”. Il verbale di quella sospensione conclude in questo modo: “Si dichiara esplicitamente che durante il periodo di sospensione l’impresa dovrà provvedere alla cura, custodia e guardiania del cantiere e di tutto ciò che in esso è presente, nonché a tutte le cautele occorrenti per il perfetto mantenimento delle opere contrattuali già eseguite”.

Stando a quanto dichiarato nel verbale di sospensione qui testualmente citato, firmato dall’impresa e dal direttore dei lavori, la vigilanza l’ha assunta la stessa impresa. Il verbale non riferisce i tempi della sospensione e neanche i tempi in cui l’impresa deve garantire la vigilanza; dice, chiaramente, che alla vigilanza e alla custodia l’impresa “dovrà provvedere” “durante il periodo della sospensione”. Sembrerebbe, quindi, che l’impresa abbia da garantire la vigilanza e la custodia ancora oggi, ma il Capitolato speciale d’appalto dice che “sono altresì a carico dell'appaltatore gli oneri per la vigilanza e guardia del cantiere nei periodi di sospensione dei lavori, purché non eccedenti un quarto della durata complessiva prevista per l'esecuzione dei lavori stessi, e comunque quando non superino sei mesi complessivi”. Qui, dunque, ci sarebbe da chiarire se le disposizioni contenute nel verbali di sospensione dei lavori superino quello che prescive il capitolato in riferimento al periodo di vigilanza spettante all'appaltatore.

Ma, al di là della situazione sopra descritta, quali sono gli sviluppi dell’intera vicenda del palacultura ad oggi? Intanto, dopo il licenziamento del primo direttore dei lavori, l’11 agosto scorso la stessa direzione dei lavori è stata affidata a un nuovo tecnico, all’arch. Didonna Francesco Paolo di Noicattaro, il quale una decina di giorni fa, ha ordinato all’impresa costruttrice di riprendere i lavori.

Lunedì della settimana scorsa l’impresa avrebbe dovuto riprendere a lavorare, ma non è successo nulla per via delle avverse condizioni meteoriche previste per quella settimana. L’impresa, la EDILMAR di Marinelli S.R.L., dovrebbe, dunque, riprendere i lavori domani mattina; dovrebbe, cioè, come già ordinato dal RUP a maggio scorso, e come ordinato dal nuovo direttore dei lavori qualche giorno fa, ricostruire il solaio così come previsto dal progetto, il che dovrebbe significare l’abbattimento e la successiva ricostruzione.

Abbiamo saputo che l’impresa starebbe per presentare un progetto alternativo alla demolizione firmato da un “luminare” del settore. Non sappiamo nulla di questo progetto, dell’eventuale soluzione che l’impresa potrebbe proporre per risolvere le difformità e tutti i problemi tecnici e strutturali che queste hanno prodotto. Una cosa, però, immaginiamo si possa dire: qualsiasi progetto l’impresa presenti, sarà alternativo all’abbattimento e alla ricostruzione soprattutto per quanto riguarda i costi. Insomma, l’obiettivo -forse anche legittimo- dell’impresa potrebbe essere quello di ridurre al minimo i danni economici della soluzione di tutti i problemi contestati dal comune.

 

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