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ARO 7, l’assemblea dei sindaci revoca il Piano industriale e la delibera di approvazione

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Nella seduta dell’1 giugno scorso l’ARO ha “ritenuto (…) legittimo procedere alla revoca della delibera dell'Assemblea dei Sindaci n.1 del 10/02/2015 e del Piano Industriale in funzione del risparmio economico che ne deriverebbe per i Comuni associati ed atteso che le previsioni progettuali potrebbero produrre effetti indesiderati o comunque illogici, tenendo conto delle preminenti ragioni di salvaguardia del pubblico interesse, in coerenza con i principi enunciati nell'art.97 della Costituzione”.

Un giudizio tanto negativo quanto preciso, che non lascia dubbi e interpretazioni di sorta non solo sulla revoca, ma anche sulla qualità del Piano industriale approvato dalla stessa assemblea dei sindaci tre anni fa e in base al quale si è svolta una gara d’appalto -ultramilionaria- di gestione dei rifiuti nei sei comuni interessati, anch’essa annullata dal responsabile dell’ufficio comune ARO.
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Insomma, dal bando di gara per la progettazione del piano (agosto 2013), all’incarico affidato allo studio Cincavalli-De Pascali e altri (marzo 2014), fino alla revoca dello stesso piano, sono passati circa cinque anni, passati inutilmente e spendendo 70.000 euro di parcella ai progettisti e altre decine di migliaia di euro per un anno di gettoni di presenza -nel caso siano stati pagati- a tre componenti della commissione aggiudicatrice, per consulenze legali e per i vari ricorsi al TAR -quindi parcelle agli avvocati- rispetto ai quali l’ARO si è dovuto costituire in giudizio.

I sindaci sono indirizzati a ridare nelle mani degli stessi progettisti (Cincavalli-De Pascali…) la revisione del piano industriale e un contatto, con questi, sembra ci sia stato. I progettisti del vecchio piano si sono dimostrati disponibili a rivedere il lavoro revocato a un costo di 10.000 euro, per adeguarlo alla positiva evoluzione che, nel frattempo, si è avuta nei comuni dell’ARO circa la gestione dei rifiuti.

Tre comuni su sei (Rutigliano, Cellamare e Triggiano) avevano già un sistema di raccolta porta a porta al momento della stesura del vecchio piano industriale, da qualche anno anche Capurso, Noicattaro e Valenzano si sono adeguati con gare d’appalto “ponte” di uno o due anni, quindi, già raccolgono i loro rifiuti con lo stesso sistema porta a porta e con risultati importanti nelle percentuali di raccolta differenziata.

Il salto di qualità quei tre comuni lo hanno già fatto, i sei comuni ora sono allineati su un sistema di gestione dei rifiuti più o meno simile; si tratterebbe, dunque, di una semplice armonizzazione dei sei sistemi, magari prendendo ad esempio quello più efficiente, più comodo per le utenze, che produce le più alte percentuali di raccolta differenziata e che risulta anche più conveniente dal punto di vista dei costi di gestione.

Ora, è opportuno affidare l'adeguamento del piano industriale a chi quello stesso piano se lo è fatto revocare a causa di criticità anche madornali come rimuovere i cassonetti dalle strade a un comune -Rutigliano- che i cassonetti stradali li aveva rimossi già da quattro anni prima? Noi riteniamo di no. Qui ci vuole una visione nuova, fresca. Ci vuole anche un po’ di sana umiltà, un approccio nuovo che permetta di analizzare e acquisire quello che di buono offre il territorio in materia di gestione dei rifiuti.

 

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