Spunta l’antenna sul terrazzo, senza Piano ne spunteranno altre

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di Gianni Nicastro

Partiamo dall’inizio. Il 4 gennaio scorso la LINKEM, società che generalmente porta la larga banda là dove non arrivano altri gestori, recapita al comune di Rutigliano, con posta certificata, il suo obbligatorio piano stralcio comunale di installazione che indica, cerchiata, una vasta area di ricerca di un sito idoneo in pieno centro abitato.

Quattro giorni dopo, il geometra part time dell’area responsabile del procedimento dell’ufficio tecnico comunale, invia il piano stralcio della LINKEM al Polab S.r.l. di Pisa, laboratorio elettromagnetico che offre un servizio importante di consulenza tecnica in materia, convenzionato da anni col comune di Rutigliano. A stretto giro di posta, 12 febbraio, il Polab risponde che il PIC (Piano di Installazione Comunale) aveva già localizzato -sin dal 2013- due siti alternativi proprio in relazione alla LINKEM e che, nel caso il Piano fosse stato approvato, era sufficiente comunicare i siti alternativi alla società.
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Dal giorno dopo questa risposta operativa del Polab non succede più nulla. Il geometra che aveva cominciato l’interlocuzione con il laboratorio elettromagnetico chiede il distacco a Casamassima e va via da Rutigliano. La pratica LINKEM “muore” qui, nessuno più si interessa alla vicenda. Il responsabile del procedimento, l’ing. Carlo Ottomano, non fa sostanzialmente nulla, non interloquisce con la LINKEM, non sollecita -almeno formalmente- l’amministrazione a portare il Piano di installazione in consiglio comunale per la necessaria approvazione.

Dopo novanta giorni da quel 4 gennaio, la LINKEM passa alle “vie di fatto”, recapita al comune (28 maggio 2015) il malloppo della SCIA con oggetto: “Installazione di un micro-impianto (...) da realizzarsi nel comune di Rutigliano in via delle Querce...”. Qui, ancora, non succede nulla, né l’ufficio tecnico, né l’amministrazione, prendono iniziativa, rispondono. Silenzio.

Oltre sessanta giorni dopo (3 agosto) il delegato della LINKEM comunica al comune l’inizio del lavori di installazione dell'impianto in via delle Querce. A questo punto non c’è più nulla da fare. La società in sette giorni completa l’installazione dell’antenna e il 12 agosto scorso comunica -al comune di Rutigliano- che l’impianto in oggetto, a quella data, risulta attivo. Fine della storia.
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Ora, qual è il problema. Nessun problema per la LINKEM, che si è mossa seguendo, alla perfezione, tutto l’iter autorizzativo fissato nelle leggi nazionale e regionale; diversi problemi, invece, per il comune di Rutigliano e i suoi cittadini che si sono ritrovati su un lastrico solare privato un’antenna per la quale c’era già una sistemazione alternativa ma indicata in uno strumento di pianificazione comunale inefficace perché mai approvato.

E’ successo con la LINKEM, ma a breve potrebbe succedere con la Wind, la Vodafone, la TIM..., nonostante siamo un comune attrezzato bene -uno dei primi in Puglia- per quel che riguarda la gestione oculata di queste cose, un comune che ha un regolamento, un Forum, una convenzione con un laboratorio elettromagnetico che sovrintende, con due centraline, al costante monitoraggio dei CEM su tutto il territorio comunale, elabora e aggiorna il PIC e si interfaccia con le società telefoniche quando queste inviano, periodicamente, i loro piani comunali di installazione o implementazione degli impianti esistenti.

Siamo, dunque, un comune ben attrezzato, ma ugualmente i cittadini si sono ritrovati un’antenna su un lastrico solare privato -in pieno centro abitato- fuori da ogni pianificazione e concertazione comunale, come se Polab, Piano, Forum, regolamento e lo stesso comune non esistessero. Si è perso un’occasione antenna-inchiesta-2importante di controllo del territorio in materia di tutela della salute dei cittadini nonostante, in materia, abbondantemente attrezzati, forse i più attrezzati dei 252 comuni pugliesi.

Di chi è la responsabilità?
Sono varie e a vari livelli. Del consiglio comunale precedente che, a gennaio del 2014, non è stato capace di discutere ed approvare il Piano di installazione comunale che già prevedeva i siti alternativi per la LINKEM e per tutte le altre società concessionarie di frequenze. Un Piano messo all’ordine del giorno di quel consiglio e ritirato su richiesta dell’opposizione di allora. Ritirato un anno e otto mesi fa e mai più riportato in consiglio comunale. Oggi, quindi, abbiamo uno strumento di pianificazione pronto sin dal 2013, aggiornato al 5 maggio 2015, ma non efficace.

Ma dov’è ora sto Piano?
E’ nelle mani del sindaco, come lui stesso ha detto in consiglio comunale il 30 luglio scorso: «Le ragioni per cui, comunque, non si è ancora provveduto ad approvare quel piano, del quale ne ho preso visione, è perché la proposta consegnatami (...) individuava alcuni siti che, ritengo, (...) possano seriamente compromettere il decoro urbano e paesaggistico del territorio». Ok. Potremmo aggiungere, però, che oltre al “decoro urbano” e all’impatto paesaggistico, il sindaco dovrebbe considerare anche che c’è da tutelare i cittadini minimizzando l’impatto sulla salute di questo tipo di installazioni.
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La scelta di quei siti è stato un compromesso tra le esigenze tecniche delle società richiedenti, la minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai CEM e la priorità di individuare siti di proprietà pubblica, come dice il regolamento comunale. Tra l’altro, i siti messi in discussione dal sindaco (parcheggio via Platone e parcheggio via Kennedy) il Polab li ha inseriti nel Piano su indicazione di una lista di siti pubblici comunicata dello stesso comune.

Il sindaco ha tutta la legittimità, prevista dalla legge regionale, di bloccare l’installazione di una antenna per grave deturpamento paesaggistico, ma deve poi indicare un sito alternativo. La questione, in altri termini, è che, individuato il problema (l’impatto paesaggistico), bisogna trovare la soluzione, non rimandarla alle calende greche. Sono state le “calende greche” a farci ritrovare l’antenna LINKEM su un lastrico privato fuori dal Piano e, probabilmente, saranno sempre le “calende greche” a portare le altre società telefoniche su altri lastrici solari. Insomma, stiamo facendo, come comune, un poderoso passo indietro rispetto al 2007, quando l’amministrazione comunale di allora, su pressione del comitato cittadino “Alberi non Antenne”, capì l’importanza di dotarsi di tutti gli strumenti di pianificazione e concertazione di cui abbiamo parlato.

La tabella qui sotto (dal PIC aggiornato a maggio 2015) descrive lo sviluppo dei piani di rete che recepisce le richieste di installazione pervenute dalle società telefoniche negli ultimi anni. I siti indicati sono tutti di proprietà comunale.
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Parcheggio via Kennedy, parcheggio via Platone e Campo sportivo sono i tre siti nuovi rispetto a quello che avevamo dal 2013 in giù; questi tre siti ospiteranno nuovi impianti, gli altri cinque già ospitano stazioni radio base in cositing (più società, quindi antenne, su uno stesso palo). Nei due nuovi siti messi in discussione dal sindaco (parcheggi via Kennedy e via Platone) dovrebbero installarsi la TIM e la Wind in esecuzione dei piani stralcio comunali già comunicantenna-inchiesta-3ati da queste società al comune. Ogni giorno di ritardo nell’approvazione del PIC è un giorno di rischio in più per la città di ritrovarsi con altre antenne che spuntano sui lastrici solari privati in ogni dove, fuori controllo e concertazione e anche con la perdita di risorse economiche che potrebbero essere introitate dal comune e non dai privati.

«In virtù di questi dubbi e di queste perplessità ho chiesto a Polab ed al funzionario responsabile di rivedere un attimo il piano cercando comunque di eliminare alcuni siti ed alcune individuazioni che ritenevo piuttosto critiche dal punto di vista paesaggistico. Queste sono le ragioni per cui, ad oggi, ancora quel piano non è stato approvato. Mi rendo conto che si rende necessario accelerare questo percorso e sarà mia premura sollecitare chi di competenza ad individuare soluzioni alternative a quelle sottoposte alla attenzione della Giunta», questo ha detto il sindaco nel consiglio comunale del 30 luglio scorso in risposta a un’interrogazione presentata dal consigliere di opposizione Oronzo Valentini. Il 10 agosto è stata attivata l’antenna LIKEM nel modo in cui abbiamo qui descritto e, ad oggi, non si vede nulla all’orizzonte, anzi no, qualcosa potrebbe vedersi: altre antenne “selvagge”.

Scheda informativa
E’ concesso a un comune impedire l’installazione delle antenne di trasmissione radio? No, non è concesso. La legge (Codice delle Telecomunicazioni) equipara le stazioni radio base di telefonia mobile cellulare, o di altro tipo, alle opere di urbanizzazione primaria, sono quindi impianti di pubblica utilità. Per questo le società telefoniche, o comunque concessionaria di frequenze radio, sono libere di installare i loro impianti dove vogliono sul territorio, tranne che nei siti precisamente vietati per legge, beni culturali e strutture socio sanitarie. Quindi sul Colosseo, o sulla Torre Normanna e nei centri storici, ma anche sugli ospedali, le scuole, le case di cura..., non si possono installare antenne. E’ concesso installarle, però, nelle vicinanze, come lo è anche su tutto il centro urbano ed extraurbano.
L’unica possibilità che i comuni hanno per difendersi dal proliferare disordinato delle antenne è quella di dotarsi di un regolamento e di un Piano comunale di installazione, strumenti attraverso cui è possibile coniugare le esigenze tecniche delle società telefoniche, o di altro tipo, con le esigenze di tutela delle popolazioni dall’inquinamento da campi elettromagnetici (CEM). Tutela che, spesso, non significa azzeramento dell’elettrosmog, ma possibile, perseguibile, minimizzazione dell’esposizione dei cittadini ai CEM.

Approfondimenti normativi
- Decreto n. 381 10 settembre 1998: "Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana".
- Legge 22 febbraio 2001, n.36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici”.
- Legge Regionale 8 marzo 2002, N. 5: "Norme transitorie per la tutela dall'inquinamento elettromagnetico prodotto da sistemi di telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza fra Ohz e 300 GHz".
- Decreto attuativo, luglio 2003 (Gazzetta Ufficiale n°199): “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualita per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici e elettromagnetici, generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”.
- Decreto legislativo n° 259 1 agosto 2003: “Codice delle comunicazioni elettroniche”.
- Regolamento Regionale Settembre 2006, n. 14: “Regolamento per l'applicazione della Legge regionale 8 marzo 2002 n. 5”.


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