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Nicola D’Agostino presenta “Le Sostituzioni”

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Appuntamento Letterario a Torre Belvedere
Nicola D’Agostino presenta “Le Sostituzioni”

di Teresa Gallone

Occidente e oriente, essere e divenire, stasi e fluire incontrollabile, forze si scontrano e si uniscono ne “Le Sostituzioni” (Adda Editore), ultima fatica letteraria di Nicola D’Agostino, ospite degli appuntamenti letterari di Torre Belvedere, venerdì 30 giugno scorso.

Non solo evento letterario ma occasione di degustazione di prodotti tipici offerti dal Caseificio Dalba e dall’azienda agricola Tre Pini, grazie alla collaborazione fra Leonardo Manganelli di Condotta Slow Food di Bari e Paola Borracci del Presidio del Libro di Rutigliano.libro-le-sostituzioni-1

A Giuseppe Rocco Poli il compito di introdurre l’opera e chiacchierare con l’autore, avvocato, barese di adozione alla sua quarta fatica letteraria.
Per la prima volta nella sua produzione, Nicola D’Agostino inserisce un avvocato nella rosa dei personaggi, tenendo a precisare che la componente autobiografica non sia parte fondamentale. Essenziale nel romanzo è il confronto, a volte scontro, altre volte incomprensione, fra due culture e due modi di concepire la vita, fra oriente e occidente, fra divenire e essere.

Opera dinamica e «impossibile da scucirsi di dosso», quella di D’Agostino riesce a mescolare sapientemente informazione e riflessione con una buona dose di noir. Peculiarità da non tralasciare è l’assenza di un narratore, principio ordinatore e voce delle vicende dei personaggi. Le storie si evolvono e si intrecciano autonomamente, ognuno è protagonista parlante, portatore di un’individualità forte e facile da riconoscere.

Oriente e occidente si incarnano in due personaggi fondamentali, l’avvocato Sergio Della Mantide e Avani, donna bellissima, indiana, vittima della follia di un marito criminale ed egoisticamente tradizionalista. D’Agostino sottolinea quanto le donne di Giacomo Puccini siano fonte di ispirazione per le figure femminili all’interno dei suoi romanzi.

Due vite agli antipodi, due prospettive che non riescono a conciliarsi seppur toccandosi. Da una parte l’uomo d’occidente, addestrato a programmare il futuro, bloccato nella stasi della routine, tradito dalla fiducia riposta nella sicurezza di un andamento familiare collaudato. Dall’altra parte la donna d’oriente, preda delle manie psicotiche di un marito tradizionalista, certa di un aspetto fondamentale: nulla resta, se non le sostituzioni. Il mutamento continuo dell’esistenza è basato sulla distruzione, necessaria alla creazione del nuovo. Lo spettacolo della vita va avanti a prescindere dagli attori. Il vizio antropocentrico di Sergio crolla davanti alla consapevolezza di Avani.
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D’Agostino lascia andare anche la sua scrittura al divenire. Non solo non concede al lettore la facilitazione di un narratore onnisciente. Già dal principio, come sottolinea al moderatore, mette da parte schemi compositivi e lascia che i personaggi vivano sotto i suoi occhi e guidino la sua penna. Il suo romanzo è finito ma chi lo anima è ancora vivo. Il lettore, a detta di Giuseppe Rocco Poli, vorrebbe ancora incontrare Sergio e Avani, vederli divenire ancora.

In conclusione di presentazione, Nicola D’Agostino dichiara gli intenti che hanno mosso la sua scrittura. Da un lato, la voglia di rendere servizio di informazione, confrontando le due culture. A suo dire, il modo più opportuno di raccontare oriente e occidente è quello del romanzo che stimola la partecipazione immaginativa del lettore. Dall’altro, il bisogno di comunicare uno stato d’animo collettivo, un’angoscia perenne che l’uomo occidentale non riesce a esorcizzare, la paura del mutamento e il terrore di una fine che si sente come definitiva.

Il romanzo di D’Agostino aiuta a cambiare prospettiva, a guardare con fiducia alla sostituzione e a non avere timore della distruzione perché dietro di essa non c’è nient’altro che nuova vita.


 

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