Nizar Qabbani e la poesia che si fa carne. Videointervista

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Il cantautore Nabil Salameh e l’arabista Silvia Moresi
presentano l’antologia “Le mie poesie più belle” di Nizar Qabbani

di Teresa Gallone

Amore e femminilità, libertà negata e voglia di liberazione mai soffocata, tutto questo nei versi di Nizar Qabbani, poeta siriano contemporaneo.
Sono Nabil Salameh e Silvia Moresi a portarlo alla ribalta nel panorama letterario italiano con la traduzione dell’antologia “Le mie poesie più belle”.

A Paola Borracci e al Presidio del libro di Rutigliano il merito di aver regalato una “Serata con Nizar” nella suggestiva cornice di Torre Belvedere il 7 giugno scorso.
Nell’intervista concessa a Rutiglianoonline Nabil Salameh e Silvia Moresi mettono in evidenza l’estrema attualità dei versi di Nizar Qabbani e raccontano le tappe del lavoro di traduzione, svelando in ultimo il personale sentimento che li lega al poeta.

Approcciarsi e approfondire il poeta dell’amore e della liberazione della donna nel mondo arabo significa gettare la lente appannata che distorce la percezione di quella parte del mondo.

Leggere Nizar Qabbani per aprire una finestra mai schiusa sul mondo arabo che è stato e che ancora è. Leggere Nizar Qabbani per scoprire l’amore dove si crede sia stato soffocato, per vedere che la poesia non è mai morta.

Buona visione.




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