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Le origini della "arretratezza" del SUD e la necessità di un riscatto

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Terroni-Pino-Aprile


di Carlo Picca

“Se dall’unità d’Italia, il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata. E’ caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone”. 
Gaetano Salvemini

I libri di storia potrebbero raccontare diversamente gli anni appena successivi all’Unità d’Italia? Certamente sì! Scrive il deputato cavouriano Pier Carlo Boggio nel 1859: “O la guerra o la bancarotta”.
Leggendo Terroni di Pino Aprile, edizioni Piemme, apprendi che i Savoia “conquistano” il Sud Italia, Regno delle due Sicilie, ed attuano una politica coloniale sul territorio meridionale. Scippano tutte le risorse economiche, da Sud verso Nord, per il pagamento del debito piemontese.

Ebbene sì, affermare che i Savoia avessero conquistato il Sud per farne una colonia, dando ai propri soldati il diritto al saccheggio e allo stupro, e soffocando la popolazione con cruenti rappresaglie, non sarebbe quindi invenzione! Così leggendo questo libro, apprendi che il Regno delle due Sicilie, fino al 1861, era uno dei paesi più industrializzati del mondo. Ma il tesoro dell’ex Regno delle due Sicilie sanò il passivo di centinaia di milioni di lire del debito pubblico della nuova Italia.

Il nuovo sistema fiscale savoiardo cominciò ad opprimere l’economia Meridionale, facendola diventare una vera e propria colonia da cui attingere risorse economiche e materie prime. Non a caso Gramsci scrisse che “Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti”.

Ed altra informazione su cui i libri di storia potrebbero scrivere diversamente è quella circa i ribelli meridionali che non erano briganti delinquenti tout court ma si decideva di prendere il fucile per difendersi dal saccheggio, perché in alternativa si doveva scegliere la valigia. In questo modo cominciò il grande, e quasi ininterrotto, flusso emigratorio del popolo del Sud che prima non esisteva.

La lotta al brigantaggio è stata la vera guerra contro il Sud: ha distrutto un Regno florido, ha contribuito a generare di lì a poco, la mafia, parastato contro i Savoia, e l’emigrazione all’estero. Inoltre ha portato morte e distruzione. La guerra al brigantaggio fu infatti condotta in maniera spietata, con esecuzioni sommarie, arresti di massa e incendi di villaggi. Nessuno può negare ad oggi il silenzio della storia ufficiale su tali eventi e sul reale numero dei morti che vengono invece riportati nel libro del giornalista pugliese Pino Aprile.

Prima di facili sentenze sul meridione e sul meridionale, ogni riflessione a riguardo, deve partire dal fatto che da qui, nascono 150 anni di sfruttamento e pregiudizio, che hanno creato un muro economico ed anche psicologico tra Nord e Sud. Innegabile che sovente ci sentiamo inferiori.
«C’hanno fatto credere che eravamo poveri e arretrati. Questo ha formato il nostro carattere, il nostro modo di camminare, il nostro modo di guardare gli altri e di essere guardati. Noi siamo gli sconfitti».
Terroni, il titolo è palesemente una provocazione, è il libro da leggere per comprendere bene ciò che la nostra Terra e la nostra gente hanno patito e continuano a patire.

Ripercorrendo le tracce di questo libro, e osservando ciò che in realtà ci è accaduto,  non siamo inferiori. La nostra arretratezza è storicamente determinata ed il libro di Pino Aprile serve a risvegliare le nostre coscienze, per conoscere la nostra Storia e reagire con orgoglio.

Come scriveva Milan Kundera: “Per liquidare un popolo si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun’ altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia”.

Quando taluni, in particolare taluni padani ci deridono, quando le notizie confermano che il Sud è luogo depresso economicamente come pochi in Europa, non piangiamoci addosso, ma cerchiamo di lavorare assieme per migliorare le cose, seppur in mille difficoltà, ignoranza e brutalità dilagante, questo nessuno lo nega.

Ma se qualcuno ci ha resi così, qualcun altro, cioè noi, ha il compito di reagire rivendicando l’amore e la determinazione per la propria terra.


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