“Un padre è un padre”, la voce di Catena Fiorello

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di Rosalba Lasorella

«Introdurre una donna travolgente come Catena è un’impresa ardua»: ha esordito con questa consapevolezza Paola Borracci, responsabile del Presidio del Libro di Rutigliano, in occasione della presentazione dell’ultimo lavoro di Catena Fiorello. E il folto pubblico presente non ha potuto che darle ragione, ammaliato da quell’esplosione di parole e sentimenti che l’autrice siciliana ha innescato raccontandosi attraverso “Un padre è un padre”.

Perfettamente a suo agio nella fresca (ed insieme calda) atmosfera di Torre Belvedere, la scrittrice di casa Fiorello ha dato voce alle pagine del suo ultimo romanzo, senza svelare i colpi di scena più emozionanti e lasciando ai lettori il gusto di scoprire quell’intricata ed intrigante storia di cui Paola libro-fiorello-catena-1è protagonista. Personaggi straordinari le ruotano intorno, segreti rancorosi le bucano il pensiero, verità inafferrabili le impregnano i giorni, le notti, i ricordi, le fantasie.
«Parlare della storia è davvero complicato» - confessa Catena Fiorello, particolarmente colpita dal fervore culturale che anima anche i più piccoli centri della Puglia- «come complicato è parlare del rapporto di Paola con sua madre Angela».

È con lei, infatti, solo con lei, che la ragazza trascorre i primi 22 anni di vita, nella convinzione di aver definitivamente perduto – ancor prima di nascere- il diritto ad avere un padre capace di amarla. Le cose, però, nella calda estate catanese del 1982, stanno per cambiare e Paola si ritrova a credere che certe ferite possano ancora rimarginarsi, nonostante la rabbia ed il dolore che sgorgano da una fonte sempre amaramente zampillante.
«All’inizio sapevo solo poche cose di Paola, ma sapevo dove volevo ambientare la vicenda: a Catania, protagonista della storia tanto quanto Paola» - spiega l’autrice, condividendo con i presenti anche quei dettagli della propria vita intima e familiare che hanno inevitabilmente influenzato la stesura del romanzo.

«Cosa si prova ad avere un padre che … non l’hai mai visto, ma lo aspetti?». Forse odio? Eppure «l’odio da solo non può esistere»: si mescola –più o meno consapevolmente- alla voglia di capire, al desiderio di amare, alla speranza che il destino finalmente si compia ed addolcisca i cuori induriti dal rancore.

“Un padre è un padre”, presentato lo scorso 4 luglio grazie all’impegno del Presidio del Libro di Rutigliano, le librerie “Barcadoro” e “Culture Club Cafè”, in collaborazione con l’APS “Forland”, ispira sensazioni profonde, comprese quelle che legano l’uomo a Dio e lo avvicinano alla fede in modi inaspettati.
«Dio teme la solitudine, proprio come noi» ha affermato Catena Fiorello, ripercorrendo i 7 mesi di lavoro durante i quali ha avvertito forte, accanto a sé, le voci di Regina e Alberto, grazie a cui tutto ha avuto origine.

Con ironia e delicatezza, l’autrice –per sua stessa ammissione innamorata della città di Bari nonostante la residenza salentina- ha indotto la platea ad entrare nella vita di Paola («il nome più bello che ci sia») così da scorgerne il mistero. Lo sguardo sempre teso verso il cielo, a cercare conforto nelle stelle, perché –come lei stessa scrive- «le stelle sono gli occhi di chi ci vuole bene». E di chi non c’è più, come l’artista Giorgio Faletti a cui è stato dedicato il caloroso applauso finale.


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