Umberto Loiotile e la sua libreria-museo, "un pezzo di storia rutiglianese"

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di Tino Sorino

Un pezzo di storia rutiglianese ha chiuso i battenti per sempre, dopo oltre mezzo secolo di attività. Stiamo parlando della nota e storica Cartolibreria – Museo “Loiotile” che per tanti anni ha rappresentato un punto di incontro di intellettuali, studenti e artisti del territorio.

E’ scomparso giorni fa a 77 anni il fondatore Umberto, divenuto libraio, dopo varie esperienze lavorative e di vita associativa. Dopo aver frequentato a Bari l’Istituto professionale “Santarella” e aver lavorato fuori Rutigliano a Milano e in Germania (come elettricista presso la “Pirelli”), rientrato nel suo paese,  Loiotile si mise subito alla ricerca di una stabile sistemazione.

Durante le feste natalizie del 1968, in seguito alla scomparsa di Silvestro Demarinis Loiotile, titolare della cartoleria sita in corso Mazzini n. ri 22- 24, Umberto ebbe, così, l’opportunità di prelevare quell’attività che ha portato avanti fino ad oggi, ampliandola, anno dopo anno, come libreria. Nell’estate del 1987, si trasferì in via San Francesco d’Assisi n. 8, in un vecchio frantoio che utilizzò come cartolibreria e museo della civiltà contadina, ottenendo successo e ampi consensi.

Infatti, diverse negli anni, sono state le testate giornalistiche (come “La Gazzetta del Mezzogiorno”, “La Repubblica” e i periodici come “Grazia”, “Donna moderna”, Avvenimenti”, “Noi”, “Bella”) che si sono occupati di questa storica libreria- edicola che è stata definita da Bell’Italia del 6 ottobre 1991 “L’edicola, forse la più singolare del mondo, tra torchi e botti. Giornali, riviste e libri sono ben riposti in un frantoio le cui origini risalgono agli inizi del secolo scorso”.

Tra le tante citazioni scritte, Umberto amava menzionare in modo particolare quella dello scrittore- giornalista Tommaso Di Ciaula, che in un suo articolo pubblicato sulla “Gazzetta del Mezzogiorno“ degli anni ’80, definì il locale storico rutiglianese come “Il museo dove dorme Umberto”. Un luogo di incontro di artisti (come l’indimenticabile Peppino Didonna, maestro contadino), di fotografi come il maestro d’arte Angelo Saponara, scomparso nel 2010 e Onofrio Mancini di Casamassima) e di alcuni figuli come Filippo Lasorella e Tonino Samarelli, di cui Umberto conserva gelosamente diversi manufatti in terracotta.

Chi entrava in questo magico ambiente, veniva  immediatamente rapito da sculture in pietra (come un trullo gigante a  tre coni realizzato da Peppino Didonna) e dallo stemma cinquecentesco con le insegne delle famiglie Pappacoda e Rossi delle Onde di Capurso. E non solo. Sulle pareti campeggiavano immagini di alberi monumentali secolari, di processioni, di antichi riti e tradizioni locali (Altarini di Ferragosto), di personaggi caratteristici locali e pugliesi (tra cui il celebre e indimenticabile Piripicchio). Il trasferimento in sedi più piccole portò al doloroso ridimensionamento del prezioso materiale in esposizione. Ma la cartolibreria Loiotile continuò ad essere il punto di riferimento degli amici di sempre. 

Nel discorso di commiato, “All’umile operatore culturale”, come Umberto è stato definito da don Pasquale Pirulli, “al gioioso, giocoso e generoso amico e compagno di scoutismo”, come ricordato da Tommaso dello Spirito Santo, l’augurio di “Buona strada”.

Foto tratte dall’archivio privato della Libreria- Museo “Loiotile” di Rutigliano  

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