Convivio fra Arte e Cibo, ultimo appuntamento

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I colori dell’autunno e la biodiversità mediterranea con la “Canestra di frutta” di Caravaggio

di Teresa Gallone

Palazzo Settanni saluta l’autunno appena iniziato con l’ultimo appuntamento del “Convivio fra Arte e Cibo” il 30 settembre scorso. Una chiusura ad effetto quella proposta dagli esperti organizzatori  perfettamente complementare all’apertura del ciclo. È l’uva a far da protagonista, il prodotto principe del nostro territorio legata a doppio filo con il grano, indagato nella sua storia e attraverso la scienza nel corso del primo appuntamento.

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Stando al ragguaglio di Marilena Pirulli, relatrice d’introduzione, sino a qualche decennio fa il grano veniva automaticamente coltivato  proprio dopo l’abbattimento di un vigneto. Assente della serata per impegni istituzionali, Teresa Diomede della ditta Racemus. Insignita di una laurea honoris causa in Marketing e Comunicazione per i metodi innovativi di presentazione del prodotto, Teresa Diomede contribuisce all’appuntamento fornendo l’uva per le pietanze e da gustare in purezza nel corso del Convivio.
Nell’atmosfera di ormai consolidata familiarità fra convitati ben si inserisce l’analisi dell’opera scelta per la serata, la “Canestra di frutta” del Caravaggio (Pinacoteca Ambrosiana,1594-98 c.a.).


Sulla tela ritornano tutti gli elementi che i convitati hanno imparato a riconoscere nel corso degli approfondimenti: il giallo e il marrone rassicuranti e domestici, le foglie, il loro scurirsi e la metafora del tempo che passa, i frutti e il rimando all’uomo.  È di nuovo la docente Angela Santamaria a guidare nel percorso di scandaglio dell’opera. Con lei i frutti della canestra del Merisi svelano il loro alto valore simbolico, celato neicolori e nelle quantità.

È Giovanni Boraccesi a illuminare i convitati sul tema della “natura morta” nel corso della storia dell’arte. Quella del Caravaggio infatti sarebbe la prima opera dell’età moderna che si fregia di questo titolo. Altre nature morte di impianto simile risalirebbero addirittura all’età antica. Saranno poi gli artisti fiamminghi a far loro il tema, complice la Riforma di Lutero e la scarsità di lavoro per gli artefici, da sempre impegnati sulla linea delle immagini sacre.

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La varietà di frutti riprodotta sulla tela con attenzione estrema al  dettaglio non sarebbe altro che specchio della biodiversità tipica del versante mediterraneo. Su questo fa luce la docente Anna Avelluto  con un ragg

uaglio particolareggiato sulle vitamine, «molecole affascinanti» presenti in ortaggi e frutta, ancor più e fficaci nella loro azione se non intaccate dall’uso di pestici di e fitofarmaci. Di qui il conclusivo invito a sostenere lo stile di vita mediterraneo in modo totale, soprattutto nella scelta dei prodotti gastronomici locali e di stagione, arginando così un’altra piaga contemporanea, l’uso sovrabbondante di acqua per la produzione di prodotti alimentare. Chiude la serata la degustazione, con una varietà di pietanze pensate per esaltare l’unione insolita ma godibilissima fra grano e uva.

In esclusiva si svelano anche i progetti  in serbo per il prossimo autunno:

14 ottobre 2018: Happy Museum, nuova rubrica di appuntamenti mattutini al Museo con percorsi al ternativi e divertenti, prevista per la domenica.
“L’opera è servita a Palazzo Settanni”: nuovo ciclo multidisciplinare previsto per ottobre/novembre prossimi, calendario e progetti in prossima uscita.

 

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