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Aldo Moro a 100 anni dalla nascita e a 40 dalla morte

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Aldo Moro a 100 anni dalla nascita (23 settembre 1916) e a 40 anni dalla morte! (9 maggio 1978)

di sac. Pasquale Pirulli
don pasquale foto
Le celebrazioni di commemorazione e di ricordo delle due ricorrenze appena trascorse sono state diverse. La prima è stata ricordata quale alba di speranza e la seconda quale rimpianto per un uomo che ha segnato la storia dell’Italia risorta dalle macerie della seconda guerra mondiale. Ce ne sono stati di libri che ancora oggi hanno ripercorso il triller della sua tragica eliminazione da parte della Brigate Rosse che fecero ritrovare la salma dello statista democristiano nel bagagliaio della Renault 4 rossa posteggiata a Roma  in via Caetani il 9 maggio 1978.

A cura della Postulazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione avviata presso il Tribunale del Vicariato di Roma è stato pubblicato da Fides Edizioni di Alessio Rega il volume che porta il titolo: “ALDO MORO: Occhi al Cielo – Sapienza dei piani alti della provvidenza”. Gli autori sono il compianto Mons. Andrea Venezia del Capitolo della Basilica di S. Giovanni in Laterano, docente di storia filosofia e teologia, e Nicola Giampaolo, postulatore della causa.
Inizialmente la On. Maria Fida Moro, figlia del Servo di Dio, invita tutti a rispettare la memoria del suo papà, sulla storia del quale ancora si scontrano fazioni politiche e speculazioni anche di basso profilo culturale. Come non ricordare e riprovare il largo spazio dato negli ultimi mesi alle dichiarazioni dei brigatisti rossi ancora fieri della loro strategia di lotta allo stato.

La breve introduzione è firmata dal card. Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio “Iustitia et Pax”, il quale sottolinea la positiva “eredità intellettuale e spirituale” dello statista pugliese ricordato come “uomo dalla grande umanità, uomo coerente fino alla fine con i suoi principi etico-cristiani, con le sue ideologie, con il suo senso del dovere e del coraggio; con il suo senso per il bene comune, la pietas umana, la sua disillusione; uomo di fiducia, di apertura, concilibro-su-moro-occhi-al-cielo-1liazione co collaborazione per la giustizia, e la sensibilità che ebbe per i giovani”.   

Il saggio di Mons. Andrea Venezia si sofferma sulle tre note della persona di Aldo Moro: l’umanità, la fede cristiana e lo spessore politico del suo servizio alla comunità. L’agiografo si sofferma sulle vicende storiche che portarono l’Italia dalle secche della dittatura fascista alle rive della libertà repubblicana. A spiegare la dimensione spirituale soccorre il richiamo al Concilio Vaticano II che impegna il cristiano a costruire la città terrena quale speranza di quella celeste. Non poteva mancare l’analisi del fenomeno del terrorismo sia di destra che di sinistra che ha seminato stragi in tutta l’Italia con vittime innocenti (politici, magistrati, sindacalisti).

Il saggio di Mons. Venezia analizza la formazione umana, politica e cristiana di Aldo Moro e il suo confronto con le diverse anime della Democrazia Cristiana (Fanfani, Dossetti, La Pira, Andreotti, ecc.). Non poteva mancare l’analisi del “compromesso storico” e i riferimenti puntuali al “sequestro Moro”  in via Fani con l’eliminazione della scorta e l’esecuzione del prigioniero nel covo BR di via Montalcini. Sempre attuale questo messaggio di Aldo Moro, tratto dal  discorso al XI Congresso della Democrazia Cristiana del 29giugno 1969: “Se noi vogliamo essere ancora presenti, lo dobbiamo essere per le cose che nascono, anche se hanno contorni incerti, e non per le cose che muoiono, anche se vistose e in apparenza utilissime”.

Di taglio del tutto diverso il saggio di Nicola Giampaolo, postulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione,  il quale analizza la componente religiosa e la coerente testimonianza di fede di Aldo Moro. La partecipazione alla S. Messa quotidiana, la recita del Santo Rosario (era terziario domenicano!), il conforto della parola di Dio durante la prigionia dei 55 giorni, con la richiesta ai carcerieri della Bibbia,  la sintonia e l’amicizia con papa Paolo VI, l’antico assistente nazionale della FUCI di cui Moro fu anche presidente, il suo apprezzamento per l’enciclica montiniana “Populorum progressio”.

Non poteva mancare l’attenzione ai sentimenti di affetto verso la famiglia e di cristiana rassegnazione alla volontà di Dio, pur con la denuncia della “piena responsabilità della D. C. con il suo assurdo  e incredibile comportamento”. La denuncia di una fredda “ragione di stato” che ha decretato il sacrificio della vita di un “uomo buono e onesto, che nessuno può incolpare di qualsiasi reato, o accusare di scarso senso sociale e di mancato servizio alla giustizia e alla pacifica convivenza civile” (Paolo VI, Lettera del 22 aprile 1978 alle Brigate Rosse).

A chiudere il volume interviene il prof. Michele Indelllicato, docente di Etica sociale e giuridica all’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, con la sua equilibrata Postfazione in cui richiama le radici del pensiero sociale e politico di Aldo Moro, la sua attenzione al dialogo che è uno dei pilastri della democrazia e alla dimensione spirituale del suo servizio politico.  

Commossa la rievocazione del sacrificio del Servo di Dio On. Aldo Moro della poetessa Doria Cesira Ferrari di Brindisi che nel 1978 scrisse questi versi:


“… Ora Tu passerai alla Storia
ed il tuo gesto diverrà un ricordo
e poi… Leggenda.
Ma noi che con Te
l’abbiamo vissuta,
ricordarTi vogliamo come allora
quando Ti immolasti
per la Patria bella!”


Il volume è corredato da foto che documentano non solo il difficile momento storico dell’Italia, e la vicenda dello statista democristiano, ma anche le diverse iniziative (congressi di studio, celebrazioni religiose, ecc.) che hanno celebrato la ricorrenza del centenario della nascita in diverse regioni d’Italia.

 

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