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"Notte di Marzo" sui fatti
di via Rasella a Roma nel 1944
e della videointervista ad una
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nel 1944 dai nazifascisti insieme
a suo fratello

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Rutigliano
25 Aprile 2024 ore 19:30

 

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Svolgeva falsamente la professione di avvocato, ai domiciliari una donna

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Procura della Repubblica di Bari
Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA
23 maggio 2016

A seguito  di lunghe e laboriose indagini effettuate su delega del Sost. Proc. della Repubblica Dr. Marco D'AGOSTINO, la sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato, ha dato esecuzione, in data 19.05.2016, all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di M.A.V., di anni 41, residente a Bari, emessa dal G.I.P.Dr. Sergio DI PAOLA.

La citata indagata, in particolare, qualificandosi falsamente come avvocato (iscritta al corso di laurea in Giurisprudenza non aveva neppure sostenuto esami), prometteva alle proprie vittime di fornire tutela legale in materia civile e penale, anche fuori giurisdizione, soprattutto, in controversie legate a finanziamenti divenuti, per gli stessi, di difficile onorabilità.

Già i primi casi accertati confermavano che M.A.V. dimostrasse, simulando situazioni inesistenti e formando atti giuridici contraffatti, una elevata capacità ingannatoria e di persuasione nelle pp.oo., in genere persone sprovvedute ed in estremo stato di bisogno, costrette a darle fiducia nel timore, da lei stessa ingenerato, di danni economici maggiori.

Al termine delle perquisizioni eseguite nei mesi scorsi nel suo domicilio si sequestrava documentazione riconducibile agli ignari assistiti, nonché materiale informatico con il quale elaborava atti contraffatti, quali raccomandate di riscontro a quelle a sua stessa firma, transazioni, sentenze, ecc.
Nonostante tutto, però, M.A.V. continuava nell’illecita attività spinta sempre e soltanto dalla ricerca di guadagni facili a discapito delle sue vittime, dimostrandosi di pervicace indole a delinquere.

Non mancava neppure di intralciare le investigazioni, giungendo tra l'altro a suggerire alle vittime dì non presentarsi alle convocazioni della Polizia adducendo false malattie, nel tentativo di compromettere la genuina acquisizione delle prove.

In definitiva, per realizzare i suoi scopi, M.A.V. poneva in essere il seguente modus operandi, consolidato nel tempo: riceveva i malcapitati presso la propria abitazione, per guadagnarsi la fiducia; mostrava una parvenza di professionalità (scrivania professionale, consultazione di codici, ecc.); incuteva timori immaginari; pretendeva continuamente somme di denaro contante, senza mai rilasciare ricevute; predisponeva atti falsi in base alle singole situazioni; fingeva all'occorrenza di collaborare con la Fondazione Antiusura; illudeva le pp.oo. di aver risolto le loro vicissitudini finanziarie; ecc.


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