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Discarica, sequestro preventivo a carico della DANECO per inquinamento ambientale

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Procura della repubblica Presso il tribunale di bari
Comunicato stampa
Bari 4 marzo 2021

Decreto di sequestro preventivo a carico della DANECO Impianti S.r.l. in liquidazione

Personale della sezione di P.G. “Carabinieri” di questa Procura della Repubblica in collaborazione con il Gruppo Forestale ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo funzionale alla confisca obbligatoria del profitto del reato di cui all’articolo 19 del d.l.vo 231/2001, emesso dal G.I.P. del Tribunale di bari - Dr.ssa Antonella Cafagna - all’esito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, a carico della DANECO Impianti S.r.l. in liquidazione, con sede in Roma in via Sardegna n.38, ed in particolare di sette soggetti ritenuti responsabili per aver rivestito a vario titolo in seno ad anzidetta società e con riferimento alla gestione dei servizi e dell’impianto di discarica R.S.U. del bacino Ba/2, sita nel comune di Giovinazzo (Ba) alla località San Pietro Fago, qualifiche di legali rappresentanti, amministratori, responsabili tecnici, responsabili di gestione impianti, capi impianto, coordinatori e responsabili di area territoriale.

I sette indagati rispondono in ordine al delitto di cui agli artt.40, 2° comma, 41, 113, 452 quinquies, 1° comma, 61 n.3 c.p.;

La DANECO Impianti S.r.l. in ordine all’illecito amministrativo da reato di cui agli artt.5, 1° comma, lett. A), 25 undecies, 1° comma lett. C) d. L.vo 8 giugno 2001 n.231 in relazione alla commissione del delitto di cui all’art.452 quinquies c.p.

Fatti commessi in agro di Giovinazzo (Ba) sino al 27.02.2017 (con eventi ed effetti perduranti sino all’8 febbraio 2018).

Il giudice ha decretato il sequestro preventivo di denaro, beni ed altra utilità nella disponibilità della DANECO Impianti S.r.l. in liquidazione, sino alla concorrenza di euro 1.447.623,45.

La misura cautelare, per l’immediata esecuzione, è stata notificata alle direzioni generali-uffici legali di cinque istituti di credito, nonché alle conservatorie dei registri immobiliari, per le trascrizioni del caso, delle undici province interessate.

Il provvedimento cautelare è scaturito da una complessa attività investigativa, partita nell’anno 2016 e conclusasi nel 2018 con gli accertamenti patrimoniali.

La Procura della Repubblica, avvalendosi anche di consulenze chimiche, geologiche ed entomologiche, riusciva a dimostrare la commissione del delitto di inquinamento ambientale, causato dall’omessa adozione di ogni utile accorgimento e doverose misure per il contenimento e la gestione del percolato da discarica, parte del quale finiva disperso nel sottosuolo, sino ad attingere la falda acquifera.

Per effetto delle condotte illecite la società gerente conseguiva un significativo risparmio di spesa, omettendo di sopportare i costi legati all’osservanza delle procedure per lo smaltimento del rifiuto liquido, sostanziandosi in questo il profitto del reato, computato nella predetta somma di denaro.

 

 

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