di Gianni Nicastro
A Rutigliano, in contrada Lo Calzo (lama San Giorgio), c’è un piccolo patrimonio naturale. Si tratta di sette, grandi, querce di cui una secolare. Sono visibili a chiunque passi con l’auto sul ponte che attraversa la lama, appena fuori il centro abitato, sulla provinciale per Adelfia guardando verso Noicattaro. Lì, fino a qualche decennio fa, c’era una fitta macchia mediterranea, oggi non è rimasto quasi più nulla di quella macchia, sporadici cespugli qua e là e alcune querce che ancora resistono. Quei sette alberi sono quello che resta del patrimonio boschivo di un tempo e ogni anno, d’estate, rischiamo di perderli definitivamente.
A giugno scorso, dopo il grande incendio del vallone Guidotti e del bosco di San Martino -sempre in lama San Giorgio, più a monte di contrada Lo Calzo- l’amministrazione comunale ha tenuto un incontro in sala consiliare con le associazioni per organizzare l’attività di controllo del territorio in funzione antincendio. In quella sede Rutiglianoonline ha segnalato la situazione di grave rischio che incombeva su quelle querce a causa dell’erba alta e secca che dal ponte arrivava fin sotto gli alberi senza soluzione di continuità. Bastava una cicca di sigaretta accesa -inavvertitamente buttata giù dal ponte da un auto- per scatenare l’inferno. Sollecitammo l’amministrazione ad intervenire presso il proprietario di quel tratto di lama perché mettesse in sicurezza quelle querce con arature tagliafuoco e con la pulitura dell’area, piena di discariche abusive di ogni sorta di rifiuti, discariche che spesso sono all’origine degli incendi. Nulla è stato fatto, o se qualcosa è stata fatta non è risultata sufficiente.
A settembre scorso l’erba secca ha preso fuoco, non si sa bene come, e l’incendio è arrivato fin sotto le grandi querce. Qualche giorno fa siamo stati sul posto con Vito Solenne, dottore forestale, per capire se agli alberi fosse successo qualcosa. La specializzazione in scienze forestali e ambientali ha portato il dott. Solenne ad avere esperienze in produzione di piante in Irlanda, Polonia e Spagna.
Dott. Solenne, le foglie di queste querce sono scottate dal fuoco. Secondo lei gli alberi hanno subito qualche danno?
«Da una prima valutazione visiva delle condizioni dello stato delle piante, le diverse componenti strutturali quali il fusto, i rami più bassi della chioma e le radici, a contatto diretto con la fiamma, hanno subito evidenti lesioni del tessuto vegetale. Gli alberi essendo indeboliti sono estremamente vulnerabili agli attacchi di funghi ed insetti. È possibile distinguere una diversa colorazione delle foglie: di colore marrone scuro quelle presenti sui rami inferiori della chioma, dovute al passaggio del fronte di fiamma; di colore verde giallastro quelle presenti nella restante parte della chioma, dovute al normale processo di cambio della stagione vegetativa. Queste querce, che appartengono alla specie chiamata Roverella (Quercus pubescens Willd), hanno la caratteristica di avere le foglie semi-persistenti, ossia le foglie secche restano sull'albero per tutto l'inverno, fino alla comparsa di quelle nuove. Pertanto una valutazione più accurata del danno andrebbe fatta in primavera, con la ripresa vegetativa delle piante».
Come, alberi del genere, possono essere tutelati, in modo particolare la quercia secolare che abbiamo qui in contrada Lo Calzo.
«Prima di tutto l’incendio di superficie che si è verificato alla fine della stagione estiva nell’alveo della lama San Giorgio, in cui ci troviamo adesso, poteva essere evitato se si fosse applicata l’ordinanza nº 13 per la prevenzione degli incendi che lo stesso Sindaco ha emanato a giugno del corrente anno. L’ordinanza, infatti obbligava i proprietari terrieri a realizzare delle fasce di protezione da sottoporre ad aratura proprio per proteggere le aree boschive da eventuali incendi. Purtroppo questo non è stato fatto ed oggi siamo qui a valutare i danni al nostro patrimonio boschivo. Per tutelare la roverella secolare, prima di tutto, si devono coinvolgere i proprietari dell’area attraverso la sottoscrizione di una convenzione con il comune di Rutigliano, eventualmente coinvolgendo anche la Provincia e la Regione, per determinare le misure di salvaguardia, i vincoli e gli eventuali indennizzi spettanti ai proprietari. Poi bisognerebbe consultare i tecnici forestali e l’Università per approfondire lo stato fitosanitario della quercia per determinare eventuali interventi di cura».
C’è una legge, nazionale o regionale, che tutela gli alberi secolari e che ne istituisce una sorta di anagrafe?
«L'articolo 30 (Tutela paesaggistica degli alberi) della Legge Regionale n° 14 del 31/05/2001 ha istituito l’Albo dei monumenti vegetazionali, intesi come alberi di qualsiasi essenza, anche in forma isolata, che costituiscono elemento caratteristico del paesaggio sia esso urbano che extraurbano. La segnalazione degli alberi monumentali avviene tramite una "scheda di segnalazione", di cui al comma 1 dell'art. 30 nella quale si riportano, tra gli altri dati, la circonferenza del tronco, l'età, il diametro della chioma, l'altezza, la longitudine e la latitudine, le condizioni vegetative e altro».
La grande quercia che è qui in contrada Lo Calzo è stata segnalata?
«Nel 2002 ho inviato, come privato cittadino, all'Assessorato all'Ambiente della Regione Puglia la scheda di segnalazione di questa roverella secolare».
Oltre a questo meraviglioso albero, lei è a conoscenza di altri alberi secolari a Rutigliano e, nel caso ce ne siano, che alberi sono.
«Ci sono diversi esemplari di cipressi (Cupressus sempervirens L.) secolari all’interno del cimitero del nostro Comune, alcuni dei quali sono stati abbattuti. Ci sono altri monumenti vegetazionali che non ho potuto censire perché si trovano all’interno di aree private, il cui accesso può avvenire solo attraverso l’autorizzazione dei proprietari».