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DI GIOIA SULLO “SCIPPO” DELL’AUTONOMIA ALL’ITC. Intervista

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a cura di Gianni Nicastro


Ieri mattina in piazza XX Settembre c’era un gazebo allestito dall’Istituto Tecnico Commerciale “E. Montale” per promuovere “Nuove iscrizioni anno scolastico 2012-13” e per orientare le famiglie nella varietà dell’offerta formativa della scuola. Una iniziativa che cade all’indomani della perdita dell’autonomia scolastica dello stesso ITC. La Giunta regionale, infatti, il 25 gennaio scorso ha deliberato l’accorpamento dell’ITC di Rutigliano all’ITC “S. Pertini” di Turi. Una scelta caduta come un fulmine a ciel sereno perché la conservazione dell’autonomia a Rutigliano, attraverso l’accorpamento del Liceo scientifico con l’ITC, era cosa data per certa. Era d’accordo la Provincia di Bari (che l’aveva proposto), il comune, le stesse scuole coinvolte e finanche l’ufficio scolastico regionale. Poi il repentino cambiamento di rotta della giunta Vendola.
Al gazebo, tenuto dagli alunni dell’ITC e da alcuni professori, abbiamo incrociato il dott. Lanfranco Di Gioia, direttore amministrativo del “Montale”, nonché sindaco per dieci anni del comune di Rutigliano e, ancora, segretario della sezione locale di FLI. Ne abbiamo approfittato per intervistarlo proprio sulla vicenda dell’autonomia scolastica persa.


Lanfranco Di Gioia, lei riveste diversi e importanti ruoli, cominciamo da quello politico. Avete fatto, voi di FLI, un manifesto molto polemico contro la regione e, in qualche modo, contro l’opposizione, per lo scippo dell’autonomia subito dall’ITC di Rutigliano di cui lei è direttore amministrativo. L’ITC “E. Montale” di Rutigliano accorpato all’ITC “S. Pertini” di Turi, spostata qui la direzione dell’istituto. Turi ha fatto la voce grossa, Rutigliano no
?

«Innanzi tutto cominciamo col dire che il manifesto è contro la regione Puglia e non contro l’opposizione di Rutigliano che ovviamente non c’entra in questa questione, se poi loro sono coinvolti è un problema loro. Il manifesto è contro la regione perché non ha tenuto conto innanzi tutto della proposta dell’ITC “Montale” che non era quella di accorparsi col liceo, ma era quella di soprasedere per il momento alla revoca dell’autonomia aspettando un altro anno scolastico, rinviarla quindi al 2013/14. Questo perché c’è un nuovo indirizzo di “grafica e comunicazione” che è stato autorizzato -tra l’altro l’anno scorso dalla regione- che potrebbe portare nuove iscrizioni, far salire il numero degli iscritti e far, quindi, mantenere l’autonomia all’ITC “Montale”. Questa era la proposta dell’ITC. La Provincia, invece, che è deputata dalla legge a fare la proposta di riordino e riorganizzazione della rete scolastica alla regione, aveva proposto, con molta logica ovviamente, l’accorpamento dell’ITC di Rutigliano con il Liceo scientifico di Rutigliano. Per ovvie ragioni. Per evitare problemi di gestione della scuola, perché avere una sede fuori Rutigliano significa doversi spostare per i collegi dei docenti, per il consiglio d’istituto. Questa proposta è stata stravolta dalla regione che ci ha accorpato con l’ITC di Turi. Qualcuno si sarà mosso a Turi, sicuramente. Noi eravamo convinti che la regione, su una proposta approvata anche dall’ufficio scolastico regionale di accorpamento dell’ITC col Liceo, non avrebbe fatto altro che dire si. Questo non è stato e ci dobbiamo muovere».


La proposta di accorpare l’ITC col Liceo a Rutigliano aveva anche il vostro assenso. Dagli atti così si capisce, che la provincia l’abbia maturata con voi, con il comune di Rutigliano e le scuole. Ora, voi contemporaneamente, invece, avete chiesto una proroga dell’autonomia su Rutigliano. Due cose un po' contraddittorie. Se aveste insistito con la proroga forse oggi la situazione sarebbe diversa.

«Questo è quello che ha deciso il collegio dei docenti ed è stato inviato come proposta alla Provincia. La Provincia, invece, ha ritenuto di accorparci al Liceo scientifico di Rutigliano. Per noi questa cosa poteva andar bene in subordine al mantenimento dell’autonomia. Sono due cose che ci stanno bene comunque. L’unica cosa che non ci sta bene è che ci vadano ad accorpare con l’ITC di Turi, facendoci diventare nuovamente una succursale di una scuola di un altro comune. Tra l’altro col pericolo che tra uno, due anni, anche il Liceo scientifico perda l’autonomia perché oggi ha solo 630 alunni a fronte di un limite di 600, al disotto del quale si perde l’autonomia. Quindi Rutigliano ha due scuole che diventano due succursali di altre scuole, non ha nessuna scuola autonoma sul territorio».


Qual è la popolazion
e scolastica dell’ITC oggi.

«Attualmente noi abbiamo 506 alunni».


506 alunni significa che siete abbondantemente sotto la soglia minima. Sono circa un centinaio di unità in meno rispetto al limite.

«Certo, pero, ripeto, questo nuovo indirizzo potrebbe portare altre iscrizioni; quindi potremmo anche ritornare ad avere sufficienti iscritti. Per questo avevamo chiesto di procrastinare di un anno la perdita dell’autonomia. Ma c’è da tenere presente un’altra cosa. Se tu vai a leggere il piano della regione Puglia, ci sono scuole di secondo grado, a Bari e in altri paesi al di sotto dei 600 alunni che hanno avuto la proroga dell’autonomia. Addirittura il Panetti Bari, che ha molti alunni in meno del limite di 600, per ridurre era stato proposto dalla scuola stessa l’accorpamento con altri istituti e la regione a questa proposta, approvata dalla provincia e dall’ufficio scolastico regionale, di sua sponda ha detto no, ha detto mantenete l’autonomia di un altro anno, vi diamo un indirizzo in più che non era stato manco richiesto dalla scuola. Questo da il segno di come è stato fatto un atto politico penalizzante per Rutigliano».


Ho letto una dichiarazione molto felice su Fax del consigliere regionale PDL Boccardi. L’impressione che abbiamo è che Turi, Boccardi, il PDL e, probabilmente anche il centrosinistra Turese, uniti in difesa del proprio istituto scolastico, abbiano prodotto risultati che a Rutigliano non siete stati capaci di produrre. A Rutigliano i due schieramenti (maggioranza e opposizione, centrodestra e centrosinistra) litigano su tutto, anche su questioni che li vedono, o potrebbero vederli, uniti circa l’obiettivo, che in questo caso era quello di mantenere l’autonomia scolastica qui. Cosa significa questo, che a Turi sono stati più bravi a perorare la causa degli interessi di Turi e a Rutigliano no?

«Voglio dire, non per difendere nessuno o per dare colpe ad altri; probabilmente nessuno si aspettava che, di fronte ad un atto fatto dalla Provincia che proponeva una cosa, avvallata anche dall’ufficio scolastico regionale, la regione dovesse cambiare, stravolgere andando a fare qualcosa che non sta né in cielo, né in terra. Che quelli di Turi si siano mossi è sicuro, però la cosa negativa è che la regione si sia prestata a un gioco che non aveva nessun presupposto giuridico, perché tra l’altro la delibera è impugnabile, è illegittima, priva di motivazioni. La regione si è prestata a un gioco che non doveva assolutamente fare».


Secondo lei siamo, dunque, di fronte a un gioco politico.

«Un gioco politico sicuramente. Ora, è chiaro che Rutigliano (adesso non per salvare l’opposizione, la maggioranza, parlo da segretario della scuola, non più da politico), è chiaro che Rutigliano non si è mosso perché riteneva che un atto così deciso, che non aveva nessuna opposizione dall’ufficio scolastico regionale, dovesse produrre una conseguenza logica da parte della regione. Questo non è stato. Adesso bisogna dimostrare di essere tutti quanti uniti, maggioranza e opposizione, muoversi e far capire anche alla regione che non è possibile, solamente su questioni politiche di un comune, con tutto il rispetto per Boccardi che sicuramente ha cercato di fare gli interessi del suo comune, ma non è possibile che si stravolga un piano proposto dalla Provincia per tenere contento un comune e però penalizzare un altro che per avere l’autonomia all’ITC e al Liceo scientifico ha lavorato, ha penato e ha sudato. Non è giusto neanche nei confronti di tanta gente, politici che oggi non ci sono più e che hanno dato tanto per questa autonomia. Quindi, dobbiamo capire se è il momento di muoverci. Poi, cerchiamo di non dividerci su queste cose, questa è la cosa più antipatica. Sia su lama San Giorgio, che anche sulla questione delle scuole, cerchiamo di non dividerci».


Però, quello che è evidente, è che c’è un deficit -nella politica rutiglianese- di comunicazione e capacità di rappresentare, raccogliere le forze quando in gioco ci sono interessi importanti per l’intera collettività, quando in gioco c’è il futuro della città di Rutigliano su questioni ambientali come lama San Giorgio o, in questo caso, sul futuro degli istituti scolastici superiori. Voi che siete la maggioranza a Rutigliano, riconoscete di avere una certa responsabilità per questa mancanza di unità istituzionale e politica su questioni così importanti per Rutigliano?

«Io credo che a Rutigliano avvenga quello che è avvenuto negli anni passati con il governo, ci si divide per prese di posizioni precostituite, quindi qualsiasi cosa venga detta dalla maggioranza è negativa per l’opposizione e viceversa. Credo che questo sia uno dei difetti della politica italiana, anche della politica locale. Bisognerebbe guardare al di là delle posizioni politiche, cercare di guardare alla soluzione dei problemi. Se si cominciasse a ragionare in questi termini io credo che poi una soluzione, un incontro tra le forze politiche di opposizione e di maggioranza ci potrebbe essere. Se si continua a fare sempre polemiche e ad avere sempre queste posizioni precostituite, è chiaro che non si va avanti. Sicuramente su questo come potrebbe avercele l’opposizione le responsabilità ce le ha anche la maggioranza».

Ritornando al problema autonomia. Nel caso si fosse riusciti a mantenere l’autonomia a Rutigliano accorpando Liceo e ITC, chi sarebbe stato il dirigente amministrativo di una popolazione scolastica di oltre mille alunni? So che scattano dei meccanismi precisi.

«Per il direttore amministrativo… credo ci sia una questione di anzianità per quanto riguarda il personale amministrativo».


Quindi, Lanfranco Di Gioia sarebbe stato il direttore amministrativo di questa grande scuola a Rutigliano.

«Si ma guarda, io ti dico anche un’altra cosa. Se Lanfranco Di Gioia rappresentasse un problema, cioè se dipendesse dal fatto di chi è il direttore amministrativo dell’accorpamento io sarei anche pronto ad andare in un’altra scuola, mi va benissimo, tanto per capirci. Dobbiamo anche qui evitare i personalismi. A me non interessa mantenere il posto a Rutigliano, perché tanto, se faccio il direttore amministrativo qua o lo faccio in un’altra scuola, lavoro bene lo stesso. Dobbiamo pensare che è importante per il territorio mantenere una scuola … ma con tanti vantaggi. Perché fra l’altro il liceo scientifico sta in una sede che è in fitto per il quale la provincia paga un sacco di soldi, non ha un auditorio, non ha una palestra decente. Invece l’ITC ha affianco dei terreni dove si potrebbero costruire le aule e fare un istituto polivalente...»


Infatti, questo era lo stesso discorso che faceva la provincia, l’ITC offriva -come edificio- una sistemazione strutturale anche al Liceo.

«Si. Se la provincia andasse a costruire un nuovo Liceo scientifico da un’altra parte costerebbe molto di più. Invece aggiungendo delle aule all’ITC, con poca spesa, avremmo un polivalente e daremmo la possibilità al Liceo di avere delle strutture che oggi non ha. Poi, che l’autonomia la mantenga il liceo e la perda l’ITC, voglio dire, o viceversa, non è importante. L’importante è che a Rutigliano rimane;  che, una volta che avrà 1000 alunni, sarà difficile che possa perdere l’autonomia».


Certo. L’ultima cosa. Impugnerete questa delibera regionale voi come istituto, chiederete al comune di Rutigliano e, magari, anche alla provincia di fare lo stesso?

«Al comune di Rutigliano credo il dirigente scolastico dell’ITC abbia chiesto già di impugnarla, perché il comune è parte lesa in questa storia, sicuramente lui lo può fare. Sulla provincia, non abbiamo noi potere di chiederlo, però credo che anche la provincia farebbe bene a muoversi su questo argomento perché li vedo un po’, come si dice, rilassati, quasi rassegnati su questa storia. Invece non deve essere così, la provincia si deve sentire anche lei lesa in quanto una sua proposta è stata completamente stravolta. La scuola sta valutando se ha la possibilità di opporsi, se ci sarà lo faremo. Salvo che, e io lo spero, la regione nel frattempo non riveda la sua posizione. Comunque, anche l’anno scorso a noi c’era stato negato, come ITC, l’indirizzo di “grafica e comunicazione”, facemmo ricorso con una lettera alla regione e ce l’hanno dato. Quindi, io spero. Noi abbiamo già fatto le nostre rimostranze, il nostro ricorso alla regione, che possa essere accolto così non facciamo ricorso al TAR e teniamo contenti tutti».

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