ESTATE RUTIGLIANESE, UN BILANCIO DELL’ASS. DEFILIPPIS





























La settima edizione di “Moda sotto le stelle” ha concluso il programma estivo promosso dal Comune di Rutigliano. Abbiamo chiesto all’Assessore alla Cultura e al Turismo, Gianvito Defilippis, un bilancio delle iniziative e, in generale, della situazione culturale e turistica nel nostro paese.

Allora, Assessore Defilippis, come è andata questa “Estate Rutiglianese”?
«Sicuramente è stata un’estate all’insegna anche del risparmio, perché a causa dei vari tagli il bilancio è sempre più ristretto e abbiamo dovuto eliminare qualche evento. Però, nel complesso, nonostante la poca disponibilità economica abbiamo fatto una buona estate. Chiaramente non sono io a dirlo in prima persona, ma la gente, la gente che ci ha frequentato, la gente che è venuta da fuori. Ormai, con questo tipo di programma, da un paio d’anni siamo diventati un punto di incontro anche per i giovani che vengono dai paesi limitrofi. Chiaramente la collaborazione è importante, anche con la Provincia, come hanno dimostrato alcuni spettacoli di ottimo livello.
Inutile dire che la collaborazione si pretende da parte di tutti – più che “si pretende” si attende – perché tutti insieme dobbiamo far crescere questo paese, sia dal punto di vista turistico che culturale. Io personalmente devo ringraziare le associazioni del territorio, che sono sempre pronte a rispondere a qualsiasi invito che gli viene posto: il cartellone è folto e pieno anche grazie alla loro collaborazione».

Qual è la difficoltà più grande che si incontra nel momento in cui si stila il palinsesto dell’estate rutiglianese?
«La prima difficoltà è, come al solito, riuscire a far quadrare i conti; poi capire se, sugli errori dell’anno precedente, andare a riproporre una serie di eventi che hanno avuto il loro successo –e magari cercare di migliorarli – o non promuovere più quegli eventi che l’anno precedente hanno fatto flop. Quindi individuare le cose positive, come “Teatro sotto le stelle”, e cercare delle piccole novità: quest’anno abbiamo portato avanti il progetto del cinema all’aperto, una bella iniziativa, apprezzata, che l’anno prossimo cercheremo di incrementare nel numero dei film.
Quello che noi facciamo, alla fine di ogni estate, è proprio una verifica di tutti i pro e i contro, in modo da non sbagliare l’anno prossimo».

Molti hanno lamentato problemi tecnici. Avete pensato o state pensando, per un programma futuro, ad un posto alternativo, dato che probabilmente il problema è che la piazza è un luogo troppo dispersivo?
«Il problema c’è, ma da un punto di vista prettamente tecnico non possiamo intervenire, perché ogni compagnia porta con sé il proprio service. Le critiche sull’audio sono giuste: io stesso prima di sedermi in prima fila vado in ultima per capire se si sente bene, ma non possiamo farci più di tanto, perché le compagnie provvedono al proprio service. Sicuramente la piazza non giova a questo tipo di iniziative, ma stiamo cercando di migliorare e ci auguriamo che nei prossimi anni il problema venga meno».

Uno degli spettacoli di maggior successo è stato certamente quello di Sergio Rubini, uno spettacolo di poesia molto particolare. Ed è vero anche che nell’ultimo periodo Rutigliano ha visto una proliferazione di libri, manifestazioni culturali, la nascita del Presidio del Libro. Si può dire, quindi, che qualcosa stia effettivamente cambiando? I rutiglianesi hanno desiderio e voglia di cultura?
«Su questo io non ho mai avuto dubbi: prima di iniziare il mio percorso, mi sono confrontato e continuo a confrontarmi con tutti e qualcuno ha già notato questo cambiamento, con la nascita sul nostro territorio del Presidio del Libro, la presentazione di diversi libri e di una serie di mostre (non ultima quella che partirà a breve del nostro amico Vito Moccia). C’è voglia di cultura e c’è voglia di creare delle situazioni importanti a livello culturale: la dimostrazione si è avuta con lo spettacolo di Rubini. L’indirizzo che stiamo cercando di seguire, anche con la Provincia, è quello di fare delle manifestazioni sempre di maggiore spessore: diminuire la quantità e aumentare la qualità».

Il suo bilancio, quindi, è positivo, ma alla luce del titolo di “Città d’Arte” e della necessità di promuovere le nostre bellezze e le nostre ricchezze in un circuito turistico, cosa si sta facendo e cosa si spera di fare in futuro?
«Il progetto più grande che abbiamo in piedi, in collaborazione con altri comuni, è il SAC, che ci permetterà di mettere in rete tutti i nostri beni e di renderli fruibili. A breve abbiamo un incontro con le compagnie di navigazione per capire se è possibile che, all’arrivo a Bari, i turisti possano fare un giro anche nei paesi del SAC. Nel bilancio comunale sarà sempre difficile prevedere delle somme consistenti per il turismo; invece questo finanziamento, che ci auguriamo arrivi al più presto visto che siamo già nella fase di negoziazione con la Regione, sarà la soluzione tangibile per creare dei percorsi tra i comuni che lavoreranno insieme per incrementare i flussi turistici. C’è anche l’idea di creare all’interno del centro storico un “quartiere dei figuli”, in collaborazione con l’Assessorato al Commercio, che faciliti l’acquisto del fischietto, il simbolo del nostro territorio che abbiamo sempre portato in giro insieme all’uva».

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