LAMA S. GIORGIO, VENDOLA E IL FALSO IDEOLOGICO


L’editto è stato pronunciato il 5 agosto scorso (decreto n. 75 CD/A): Sammichele deve scaricare la sua fogna depurata immediatamente nella lama San Giorgio, a cielo aperto. Un editto del genere a Casamassima non è ancora giunto solo perché i cittadini di Rutigliano hanno bloccato il tubo di scarico del depuratore di quel comune prima che arrivasse nel vallone Guidotti.

Non appena l’AQP completerà quella tubazione il commissario Vendola pronuncerà un altro editto dello stesso tenore, il che succederà presto. L’AQP il 10 agosto scorso ha trasmesso alla Soprintendenza Archeologica della Puglia la “valutazione dell’impatto archeologico” comunicandole l’“urgenza di ultimare ed avviare le opere nel più breve tempo possibile”. L’altra Soprintendenza (Beni culturali, paesaggistici…) ha rinunciato ad esprimere un parere da lei stessa ritenuto -il 10 maggio scorso- obbligatorio e vincolante per legge comunicando il 4 agosto l’archiviazione della pratica relativa al depuratore di Casamassima e al suo scarico nella lama.

Non sappiamo se la Soprintendenza Archeologica controdedurrà la relazione trasmessa dall’AQP o ne presenterà una di suo conio sullo scarico e le opere di rifunzionalizzazione della lama, nella quale ricade l’area archeologica vincolata dell’Annunziata. Per come allo stato appaiono le cose, non appena l’AQP rimette a posto ombrelloni, salvagente e creme solari, i martelloni pneumatici potranno ricominciare a scavare la trincea che porterà il tubo fin nel vallone.

Siamo, dunque, alle vie di fatto, anzi, all’artiglieria pesante. Nichi Vendola ha sfoderato i poteri concessi da Silvio Berlusconi sin dal 2003 ai commissari delegati per l’emergenza ambientale, poteri che lo mettono nelle condizioni di infischiarsene alla grande della provincia di Bari, dei comuni e della stessa regione. Tre enti che pure tante cose sensate -tecnicamente e amministrativamente- avevano  proposto al commissario; cose sulle quali Vendola è passato con la sensibilità di un panzer tedesco.

Prima di scrivere due parole sull’ultimo decreto commissariale, facciamo notare una cosa che attiene ai comportamenti di chi governa la Puglia da più di un lustro senza nascondere l’ambizione di governare l’Italia.

DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE

Tutti sanno da quale retroterra culturale viene il compagno Vendola: la cultura della solidarietà, del rispetto del territorio, della partecipazione popolare alla vita politica e alla gestione della cosa pubblica. La cultura del dialogo permanente, dell’orecchio sempre teso alle istanze che vengono dal territorio, dalle sue comunità; la cultura cattolica ed evangelica di don Tonino Bello alla cui scuola il presidente della regione Puglia rivendica d’essere cresciuto.

Non si capisce come faccia Nichi Vendola a conciliare un siffatto, personale, background culturale, morale e politico con i grandi poteri commissariali concentrati nelle sue mani, con l’essere da sette anni un persona che decide monocraticamente, senza dar conto a nessuno, su questioni importanti come la gestione dei rifiuti e delle acque.

Acque e rifiutisono problemi la cui gestione si riflette sulla salute dei cittadini e sull’ambiente naturale e urbano della Puglia. Su questi problemi grande è la sensibilità sociale, soprattutto quando le autorità -democratiche o monocratiche- assumono scelte discutibili, poco condivise, o non condivise affatto, dalla società civile e dalle sue locali rappresentanze istituzionali.

Da leader politico, poeta-allievo-di-Don-Tonino-Bello, Nichi Vendola solidarizza con il movimento NO TAV che protesta in Val di Susa contro un’opera pubblica ritenuta deleteria per il territorio e la salute, da commissario delegato impone lo sversamento di reflui di fogna depurati in uno spettacolo della natura come lama San Giorgio in dispregio dell’opinione e della protesta dei cittadini di Rutigliano che, come quelli di Chiomonte, ritengono quei reflui deleteri per la salute e il territorio.

Da governatore ecologista-di-sinistra assume posizioni radicali contro il rigasificatore di Brindisi, contro le prospezioni petrolifere nell’Adriatico delle Tremiti, da commissario delegato impone al territorio pugliese un sistema impiantistico industriale (a titolarità pubblica e gestione privata) vocato esclusivamente al ricovero in discarica dei rifiuti solidi urbani dopo averli grossolanamente biostabilizzati, ridotti a CDR e inceneriti; sistema impiantistico più consono ai lauti guadagni, contrattualmente assicurati, delle società che lo gestiranno che ad una efficiente, economica e trasparente gestione dei rifiuti.

Relativismo morale e politico o caso da dottor Jekyll e mr. Hyde?

DECRETO E CONTINUITA’ IDRAULICA
Il rilievo più importante mosso dalla Provincia di Bari alla richiesta di autorizzazione provvisoria allo scarico (negata all’AQP) è “la mancanza di interventi sulla lama in grado di garantire la continuità idraulica e di fornire sufficienti garanzie igieniche nei tratti antropizzati”. A questo rilievo il commissario Vendola così risponde nel decreto del 5 agosto indirizzato al comune di Sammichele: “si rileva che sussiste la continuità idraulica della Lama unitamente alle garanzie igieniche nei tratti antropizzati e che la concreta messa in esercizio del recapito finale potrà confermare quanto qui detto”.

La continuità idraulica di un corso d’acqua fossilizzato come la lama è importante se la si vuole utilizzare come recapito finale di quattro depuratori e forse più. In mancanza di continuità idraulica, cioè in presenza di interruzione della lama dovuta ad impianti agricoli, strade di attraversamento, avvallamenti, dighe naturali (vegetazione spontanea, strati rocciosi affioranti) o artificiali (muri di cemento o di pietra, riempimenti abusivi), i reflui di Sammichele e di altri tre comuni (400 l/s) formeranno laghi, più o meno grandi, che stravolgeranno l’ambiente, invaderanno le proprietà private non espropriate e creeranno problemi igienico sanitari a causa della loro natura. Problemi su cui puntualmente ha posto l’accento la Provincia di Bari.

Sulla base di quale studio idrogeologico il commissario dichiara che c’è continuità idraulica, non è dato sapere. La cosa che di certo sappiamo è che uno studio sulla capacità della lama San Giorgio di accogliere i reflui dei depuratori c’è e parla di discontinuità idraulica, uno studio commissionato dallo stesso Vendola -nel dicembre del 2008- a un “professionista di provata competenza, ordinario di Costruzioni idrauliche c/o il Politecnico di Bari” e che è alla base della scelta del commissario di individuare nella stessa lama il recapito finale del depuratore di Casamassima e di altri comuni.

FALSO IDEOLOGICO
Da questo studio “corredato di puntuale documentazione fotografica si evince che attualmente Lama San Giorgio versa in una situazione di degrado ed alterazione tale e che in molti tratti del suo percorso non è più riconoscibile, ha perso la sua naturalità e ha visto interrotta la sua continuità idraulica”, è quanto si legge nel parere ambientale al progetto del depuratore di Casamassima espresso con determina n. 145 il 19 marzo 2009 dal dirigente del servizio ecologia della regione Puglia ing. Antonello Antonicelli.

L’ing. Antonicelli, cioè la regione, scrive ancora che “lo studio evidenzia che la lama potrebbe essere idonea a ricevere il refluo depurato, a condizione che si ripristini, nelle tratte ove il reticolo è stato ostruito e/o obliterato, la continuità idraulica” e per questo dà all’AQP un parere condizionato ad una serie di prescrizioni che realizzano opere di “rifunzionalizzazione e mitigazione della lama”.
Questo parere, con tutte le sue prescrizioni, Nichi Vendola lo conosce bene perché lo richiama nel decreto (n. 82) con cui il 12 giugno del 2009 ha approvato il progetto esecutivo del depuratore di Casamassima i cui reflui interesseranno il territorio di Rutigliano.

Ora, come fa Vendola il 5 agosto scorso ad affermare con tanta sicurezza e perentorietà che “sussiste la continuità idraulica della Lama” quando il  “professionista di provata competenza” e il dirigente regionale del servizio ecologia dicono esattamente il contrario?

Siamo di fronte a cosa, alla incompetenza di un docente del Politecnico di Bari e di un dirigente regionale o a false dichiarazioni di un commissario che, preso dall’acqua alla gola, vuole risolvere a tutti i costi un problema?
Nel secondo caso i consigli comunali di Gioia del Colle, Sammichele e Rutigliano, i quali hanno deliberato all’unanimità la ferma contrarietà allo sversamento dei reflui in lama San Giorgio, potrebbero essere interessati a verificare la percorribilità di denunciare Vendola per falso ideologico.

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