Sfiorata l’emergenza rifiuti ma non è ancora finita. Compattatori pieni anche a Rutigliano

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Raccolta dell'indifferenziato in emergenza a causa della chiusura dell'impianto nei giorni scorsi e del rallentamento dello scarico dei compattatori oggi.

di Gianni Nicastro

 

 

Dal 2 al 4 marzo scorso i compattatori che arrivano da tutto il Sud Est barese e dalla BAT hanno trovato chiuso il cancello degli impianti di smaltimento dei rifiuti solidi urbani gestiti dalla Progetto Gestione Bacino Bari Cinque e che si trovano in contrada Martucci a Conversano.

Per tre giorni, dunque, l’indifferenziato dei quaranta comuni che conferisco a quegli impianti si è raccolto fino ad esaurimento capienza dei compattatori delle varie ditte che gestiscono la raccolta dei rifiuti. Anche l’appaltatore del comune di Rutigliano stamattina, come nei giorni scorso, non è riuscito a scaricare; ritornerà domani mattina agli impianti della Progetto Gestione nella speranza che riesca a scaricare l’indifferenziato.

La Gassi Esposito ha tre compattatori, tutti e tre pieni; nel caso domani non riesca a scaricare, a Rutigliano si fermerà la raccolta dell’indifferenziato alle utenze non domestiche, presso le quali questa frazione dei rifiuti viene raccolta tutti i giorni. Nella stessa situazione sono tutti i comuni che si servono degli impianti di selezione, biostabilizzazione e produzione di CDR o, come viene chiamato ora, CSS (combustibile solido secondario), di Conversano.

Ieri Michele Emiliano ha emanato un’ordinanza con la quale ha ordinato, alla Progetto Gestione, “l’immediato ripristino dei conferimenti e quindi il riavvio dell’esercizio con la regolare accettazione dei rifiuti da parte dei Comuni conferitori”, non solo. Ha anche consentito l’aumento “della capacità di stoccaggio del CSS prodotto - attesa l’inadempienza contrattuale del Gestore in ordine al mancato allontanamento del CSS ad impianti di destino finale- per un arco temporale limitato a 3 settimane, necessario a garantire il riavvio immediato dell’accettazione e trattamento dei rifiuti in ingresso e l’allontanamento del CSS prodotto”.

Il problema è, appunto, lo smaltimento del CSS presso l’inceneritore della CISA di Massafra che è fermo, quindi, non in grado di ricevere il CSS prodotto a Conversano. Il fermo dell’inceneritore ha riempito il piazzale di stoccaggio temporaneo del CSS dell’impianto della Progetto Gestione che, ha fatto sapere, non è riuscita a trovare un altro inceneritore presso cui smaltire il combustibile derivato dai rifiuti.

In questi giorni c’è stato uno scambio di comunicazioni molto fitto tra AGER, l’agenzia regionale dei rifiuti, e gestori dell’impianto, i quali sono anche stati, dalla stessa AGER, diffidati “all’immediata ripresa dell’accettazione dei rifiuti presso l’impianto, trattandosi di servizio pubblico essenziale, con espresso avvertimento che in caso contrario avrebbe proceduto alla risoluzione del contratto per grave inadempimento”, si legge nell’ordinanza di Emiliano.

L’ordinanza ha fatto effetto, ma non al 100%. Ieri sono ripresi i conferimenti, ma molto a rilento. I camionisti scaricano con difficoltà, attendono ore, addirittura rimangono nei pressi dell’impianto tutta la notte per non perdere il posto e poter scaricare il giorno dopo. E’ quello che è successo stamattina. L’impianto ha chiuso il cancello alle 12:30, come fa ogni domenica, ma questa volta, la lentezza dello scarico ha tenuto fuori una ventina di compattatori alcuni dei quali rimarranno lì tutta stanotte per trovarsi  bene domani mattina. Il rallentamento dello scarico andrà avanti probabilmente fino alla riattivazione dell’inceneritore.

E’ paradossale che la raccolta dell’indifferenziato in comuni che fanno il porta a porta, e che hanno alte percentuali di differenziazione dei rifiuti, possa andare in crisi perché un inceneritore si ferma.
La ditta che gestisce gli impianti in contrada Martucci ha l’onere contrattuale della continuità del servizio, oltre l’onere dello smaltimento del CSS all’inceneritore di Massafra o in qualsiasi altro inceneritore. Non può certo rimandare indietro i compattatori.

C’è da dire, in ultimo, che dal 2016 agli impianti di Conversano conferiscono 40 comuni, 19 comuni in più rispetto ai 21 dell’ex bacino Bari 5 che sono gli unici contrattualmente obbligati a portare i rifiuti lì. Se quegli impianti fossero rimasti al servizio dei soli 21 comuni per i quali sono stati costruiti, sarebbero arrivati meno della metà dei rifiuti e un’emergenza di questo tipo si sarebbe affrontata con più tranquillità.

 

 

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