"Lo sterco del diavolo"

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Sac. Pasquale Pirulli

don pasquale fotoL'altro ieri sera la trasmissione Report si è soffermata su alcuni incidenti che portano discredito sulla chiesa di papa Francesco. Nella prima parte si è esaminato il comportamento della Congregazione delle Cause di Beatificazione e di Canonizzazione.

Per il riconoscimento della santità non bastano i miracoli ma interviene la forza del denaro per le spese di un processo e le parcelle dei postulatori. Si fa il caso del servo di Dio Aldo Moro per il cui processo si parla di mazzetta (giugno 2018) richiesta da p. Biguslaw Turek sottosegretario della Congregazione. Interviene nella vicenda la figlia Maria Fida Moro che riceve una risposta negativa da parte del card. Angelo Giovanni Becciu e poi si rivolge a papa Francesco.

Si arriva alla decisione di sospendere la causa che è incardinata nel tribunale del vicariato di Roma. Da questa vicenda attraverso il card. Becciu si trascorre alla vicenda non chiara dell'uso dell'obolo di San Pietro che sarebbe stato quasi dilapidato nell'acquisto del palazzo londinese Harrods attraverso il broker Crasso Enrico con 400 milioni di euro.

Molti hanno visto questa esplosiva puntata e ne hanno scritto con evidente imbarazzo. Mi permetto di commentare in questo modo.
Il buon Giovanni Papini nel suo linguaggio caustico commentava: "E' vero che il denaro è lo sterco del demonio ma molti ecclesiastici sarebbero pronti a fare defecare il diavolo per mangiarne lo sterco!".

Non è questa la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, che i fedeli confessano nella professione di fede. Non è questa la Chiesa degli apostoli in cui tutti erano un cuor solo e un'anima sola e avevano tutto in comune. Non è questa la Chiesa in uscita e ospedale da campo auspicata da papa Francesco. Nonostante tutto amiamo questa Chiesa sempre reformanda perché casta meretrix, perché nostra madre di figli di Dio.


La nota della Congregazione delle Cause dei Santi in
risposta alla trasmissione Report di Rai 3 del 12 aprile

A firma di Amedeo Lomonaco su Vatican News si commenta la nota del Dicastero vaticano. Prima di tutto si precisa che nei ruoli della Congregazione non esiste nessuna Causa di beatificazione e canonizzazione intestata ad Aldo Moro. Il sig. Nicola Giampaolo "non è stato mai ratificato da questo Dicastero come postulatore della stessa causa" .

Al Dicastero risulta che nel 2018 i promotori della causa di Aldo Moro avevano revocato il mandato di postulatore al sig. Giampaolo, nominando il p. Angelo Festa o.p. Quindi, non poteva essere rivolta a lui nessuna richiesta in merito alla stessa causa. Si fa notare infine che presso la stessa Congregazione non esiste nessun accreditamento di postulatori come asserito da Giampaolo nel suo C. V.

Anche da parte di Mons. Boguslaw Turek sottosegretario della Congregazione c'è una decisa smentita delle affermazioni del sig. Nicola Giampaolo. Il prelato dichiara di aver incontrato il Giampaolo per una sua eventuale nomina di due cause diverse da quella di Aldo Moro e che non poteva avere in mancanza dei requisiti per decisione del Congresso Ordinario dello stesso Dicastero.

Mons. Turek non ha mai trattato la causa di Aldo Moro che è ancora ferma a livello diocesano presso il Vicariato di Roma che non ha mai rivolto domanda alla Congregazione delle Cause dei Santi per la iscrizione a ruolo di quella di Aldo Moro.

Ho riferito la nota della Congregazione delle Cause dei Santi di cui attualmente è prefetto il card. Marcello Semeraro. Auspico che la causa di Aldo Moro che risulta ancora incerta anche nella sua impostazione (si tratta di martirio oppure di esemplare vita cristiana?) possa superare queste difficoltà e riprendere il suo cammino su strade più spedite e con guida più sicura ed esperta.

 

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