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Mario e Maria, nipoti e pronipoti li ricordano con grande affetto

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“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. […]”

Quando Montale scrisse questi versi per la moglie, avrebbe potuto ispirarsi a voi due, al vostro amore, a quel filo rosso indissolubile che ha legato le vostre due anime in questa vita e che ha deciso di continuare a tenervi uniti anche nell’altra.

Alcuni pensano che l’amore eterno non esista, che arrivati ad una certa età questo sentimento si affievolisca; beh, credo che voi due siate la prova tangibile del significato delle parole “per sempre”. Mario era quel nonno che tutti avremmo voluto, un padre amorevole e un compagno di vita unico: sempre pronto ad esserci per la sua metà, sempre pronto ad esaudire tutte le sue richieste, anche le più assurde, ma non era importante questo, perché lui avrebbe fatto di tutto pur di vedere quel sorriso che tanto amava. Certo zia Maria non era da meno nel dimostrare tutto il suo ringraziamento per le cose che Mario faceva per lei: gli occhi con cui Maria lo guardava erano gli stessi con cui un’adolescente guarda il suo primo amore, e la lettera che gli scrisse, di suo pugno, per il giorno del loro cinquantesimo anniversario di matrimonio, avrebbe fatto commuovere chiunque.

Mancheranno la simpatia di zio Mario, le sue battute divertenti in qualsiasi situazione, il suo modo di fare così calmo e pacato, ma anche l’affetto che riusciva a trasmetterti con un solo abbraccio. Mancherà la dolcezza di zia Maria, la sua mano tesa, sempre pronta a porgere un aiuto a chiunque ne avesse bisogno; gli abbracci e le carezze che regalava a chiunque, dai figli ai nipoti, anche a chi aveva conosciuto da poco, perché con quel suo caratterino era capace di far breccia nel cuore di chiunque. Mancheranno la sua voglia di far festa, la sua allegria, la sua risata contagiosa. Mancherà sentirla canticchiare le canzoni ogni volta che si andava a casa sua per salutarla: come quando qualche estate fa canticchiava la canzone di Luca Carboni ogni volta che la passavano alla radio. Adesso, quando sentiremo il solito ritornello “Amami ancora adesso, sono sempre Luca lo stesso”, non potremo far altro che ricordare la sua voce. Continueremo a rivedere ancora per un po’ i video e gli audio che ci inviava Francesca nel gruppo WhatsApp, in cui zia Maria ci faceva gli auguri ogni volta che qualcuno di noi compiva gli anni, perché lei ricordava a memoria i compleanni di tutti noi.

Mancheranno le innumerevoli feste, i pranzi, i compleanni passati tutti insieme, ma anche le semplici chiacchierate quando ci si incontrava qualche sera per caso, perché tanto con voi ogni scusa era buona per farsi due risate e stravolgere le giornate. Mancherà incontrarvi per le vie del paese nella vostra Punto bianca, sentire il clacson strombazzante di zio Mario e la voce squillante di zia Maria chiamarti da lontano. E quando adesso ci capiterà di vedere una Punto bianca per le vie di Rutigliano, guarderemo a quella macchina ricordandovi così, allegri, spensierati e con i vostri sorrisi puri, sinceri, che trasmettevano sicurezza e un velo di malinconia e una lacrima solcherà i nostri visi.

Grazie per tutto
I vostri nipoti e pronipoti

 

 

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