E tu a chi appartieni? L’arte dei soprannomi a Rutigliano

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di Valentina Castiglione Minischetti

Ci si conosce così a Rutigliano, una semplice parolina che identifica una intera famiglia. Quanti di noi hanno sentito la fatidica domanda: “A chi appartieni?”. È in quel momento che si viaggia tra i meandri di una storia antichissima che ha come protagonista i soprannomi rutiglianesi. Variegati e “coloriti”, essi si differenziano per svariati motivi.

Molti riprendono una caratteristica fisica: Muschniggj, U’luongh, U Panazaun. Altri si rifanno a nomi di animali e piante: u gattud, scarcioff; alcuni esprimono aspetti caratteriali: l’anma gnour, c’rviedd d pdocc.

I nomignoli sono strani, simpatici e caratteristici. Passano dalla fede alla politica (cudd da Madonn, a comunist) fino ad arrivare ai personaggi famosi (garbald), ma possono riguardare mestieri (a mamm’r) e persino strumenti musicali (tr’mboun). A volte rispecchiano dei suoni, tra cui troviamo tingo tangh o qua qua.

Di origini remote e oscure allo stesso tempo, questi soprannomi rappresentano un patrimonio certamente da conservare con la massima cura e  da tramandare alle nuove generazioni, spesso inconsapevoli di quante belle tradizioni Rutigliano sia ricca.

E ora, caro lettore, mi rivolgo a te: e tu a c’appartein?

 

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