Cinema “L’Acquario”, cos’è oggi e cosa potrebbe diventare quell’area

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di Gianni Nicastro

Cos’è oggi l’ex cinema l’Acquario? Un luogo abbandonato, un immobile che difficilmente potrà avere qualche chance di recupero funzionale capace di remunerare eventuali capitali investiti. C’è la possibilità che ridiventi un cinema? Non credo, oggi vanno di moda le multisale piene di servizi annessi e connessi, compresi ampi parcheggi.

Può essere utilizzato come contenitore culturale, magari per farne un teatro? Sì, ma ci vorrebbero una serie di lavori di ristrutturazione in sé e anche per adeguarlo a una selva di norme per la sicurezza, quindi investimenti economici di non poco conto rispetto ai quali nessuno garantisce un ritorno, sempre in termini economici, per chi oggi è proprietario; per non parlare dei costi di gestione.
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Può essere trasformato in un ipermercato? Anche questa trasformazione la vedo difficile, per tutta una serie di vincoli urbanistici e di piano commerciale che Rutigliano, credo, abbia e che non prevede -se non ricordo male- su piazza Violante la possibilità di aprire un centro commerciale per il quale ci vorrebbero adeguate e obbligatorie aree a parcheggio che in quella piazza, e nei d’intorni, non ci sono. Allora, cosa può ancora essere l’ex cinema L’Acquario, quale potrebbe essere il modo migliore di valorizzare questa struttura? Io francamente non saprei.

Penso, invece, che il paese debba farsi una domanda: come sarebbe Piazza Violante e Porta Nuova senza quell’ingombro? Come sarebbe sul piano estetico e urbanistico, Piazza Violante se, guardando verso Porta Nuova, tutti godessimo della bellissima architettura di Palazzo Pappalepore? Non oso neanche immaginarlo, cosa sarebbe. Una grande piazza, con due immobili storici di grande pregio architettonico: il centro storico non potrebbe aspirare a ingresso migliore.

Io non sono un esperto di urbanistica e di norme che regolano l’edilizia e il patrimonio, posso solo immaginare cosa sarebbe quella piazza senza il cinema L’Acquario. E’ chiaro che una simile prospettiva urbanistica può realizzarsi solo con il consenso degli attuali proprietari che, di fronte ad un eventuale progetto di valorizzazione della piazza, potrebbero accettare di buon grado di venderlo al comune. Il comune potrebbe, dunque, utilizzare l’istituto dell’esproprio previo, ovviamente, adeguato risarcimento ai proprietari, oppure l’istituto della perequazione o compensazione di cubatura. Una sorta di scambio tra la cessione dell’immobile, e dell’area di sedime, e lo spostamento di quella cubatura su un’area edificabile di proprietà comunale.

Si è avuto il coraggio di abbattere un altro obbrobrio architettonico, l’ex mercato coperto, senza prospettive di utilizzo, sulla cui area, oggi, si è aperto il cantiere per farne una bella piazza.
Sto dando i numeri? Può anche darsi, ma sono numeri che mi piacciono tanto.

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