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52ª Giornata mondiale della Pace, 1° gennaio 2019

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La «buona politica» è al servizio della pace

sac. Pasquale Pirulli
don pasquale foto
La sensibilità sociale del Papa San Paolo VI, recentemente elevato agli onori degli altari (14 ottobre 2018), dopo aver fatto visita all’O.N.U. nella sede di New York (4 ottobre 1965), «inventa» la Giornata Mondiale della Pace da celebrarsi all’inizio dell’anno. I suoi successori si sono sempre impegnati nel proporre al mondo (uomini di governo, credenti di ogni fede, uomini di buona volontà, ecc.) riflessioni sulla pace e sulle strategie per promuoverla e difenderla. Papa Francesco indirizza a tutti il suo messaggio “La buona politica è al servizio della pace”.

Nella introduzione egli ripete l’augurio che Gesù di Nazaret, “principe di pace”, suggerisce ai discepoli inviati in missione: «In qualunque casa entriate, prima dite:  “Pace a questa casa!” Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi» (Lc 10,5-6)
Due immagini a sintetizzare la pace e la politica: “la pace è  un fiore fragile che cerca di sbocciare in mezzo alle pietre della violenza “(Charles Pèguy); la politica è un veicolo “per costruire la cittadinanza e le opere degli uomini”.

A stornare il rischio della politica come esercizio di potere e violenza il papa richiama e sottolinea la categoria del «servizio» con le parole di Gesù: “Se uno vuol essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. Non poteva mancare il riferimento al Papa San Paolo VI vero maestro di “carità politica”: ”Prendere sul serio la politica nei suoi diversi livelli – locale, regionale, nazionale e mondiale – significa affermare il dovere dell’uomo, di ogni uomo, di riconoscere la realtà concreta e il valore della libertà di scelta che gli è offerta per cercare di realizzare insieme il bene della città, della nazione, dell’umanità”. (Lett. Enc. “Octogesima adveniens”, 46)

Si esprime fiducia nella “buona politica” che “Se attuata nel rispetto fondamentale della vita, della libertà e della dignità delle persone, può diventare veramente una forma eminente di carità”. La dimensione della politica come carità si esprime nella costruzione della «città di Dio» sulla terra, così come rifletteva il papa emerito Benedetto XVI nella sua enciclica “Deus Caritas est” sulle orme di S. Agostino di Ippona: “Ogni cristiano è chiamato a questa carità, nel modo che la sua vocazione e secondo le sue possibilità d’incidenza nella polis… L’azione dell’uomo sulla terra, quando è ispirata e sostenuta  dalla carità, contribuisce all’edificazione di quella universale città di Dio verso cui avanza la storia della famiglia umana” (n.7).

Ecco le virtù del «buon politico», a qualunque cultura o religione appartenga, : “la giustizia, l’equità, il rispetto reciproco, la sincerità, l’onestà, la fedeltà”.
Alla mostra convegno “Civitas” di Padova del 2002 il card. vietnamita François-Xavier Nguyen Van Thuan dettava le “beatitudini del politico”:

“Beato il politico che ha un’alta consapevolezza  e una profonda coscienza del suo ruolo.
Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità.
Beato il politico cl bene comune e non per il proprio interesse.
Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente.
Beato il politico che realizza l’unità.
Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento sociale.
Beato il politico che sa ascoltare.
Beato il politico che non ha paura”.

La prima conclusione è che “la buona politica è al servizio della pace; essa rispetta e promuove i diritti umani, che sono ugualmente doveri reciproci, affinché tra le generazioni presenti e quelle future si tessa un legame di fiducia e di riconoscenza”.
Il papa denunzia i «vizi della politica» che derivano dalla inettitudine personale e dalle deficienze  dell’ambiente e delle istituzioni. Queste ombre danneggiano la democrazia e “sono la vergogna della vita pubblica mettendo a rischio la pace sociale”: la corruzione, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza e col pretesto arbitrario della “ragion di Stato”, la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della Terra, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali in ragione del profitto immediato, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio”.
Un primo passo della buona politica a servizio della pace è promuovere la partecipazione dei giovani alla politica che devono vincere la sfiducia e essere coinvolti in una fiducia dinamica per realizzare insieme il bene comune. I giovani devono essere “gli artigiani della pace”.

Non ci si può dimenticare il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale e allora si deve dire “No alla guerra e alla strategia della paura”. Non manca una decisa denunzia della strategia che genera intimidazione e ricorre alla proliferazione delle armi per incutere terrore nelle persone più vulnerabili “costrette all’esilio nella ricerca di una terra di pace”.

Il papa alza la voce contro una politica cieca ed egoista di nazionalismi esasperati : “Non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza, Va invece ribadito che la pace si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è stato affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate.”

Le sofferenze dei bambini che vivono in paesi in guerra richiama l’attenzione e la preoccupazione di papa Francesco: “Il nostro pensiero va, inoltre, in modo particolare ai bambini che vivono nelle attuali zone di conflitto, e a tutti coloro che si impegnano affinché le loro vite4 e i loro diritti siano protetti. Nel mondo, un bambino su sei è colpito dalla violenza della guerra o dalle sue conseguenze, quando non è arruolato per diventare egli stesso soldato o ostaggio dei gruppi armati. La testimonianza di quanti si adoperano per difendere la dignità e il rispetto dei bambini è quanto mai preziosa per il futuro dell’umanità”.

Nella conclusione papa Francesco ricorda il settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale  dei Diritti dell’Uomo e la riflessione di papa S. Giovanni XIII nella sua ultima enciclica “Pacem in terris” dell’11 aprile 1963: “Quando negli esseri umani affiora la coscienza dei loro diritti, in quella coscienza non può non sorgere l’avvertimento dei rispettivi doveri: nei soggetti che ne sono titolari, del dovere di far valere i diritti come esigenza ed espressione della loro dignità; e in tutti gli esseri umani, del dovere di riconoscere gli stessi diritti e di rispettarli”. (n.24)

La pace è “un grande progetto politico” ma è anche “una sfida che richiede di essere accolta giorno dopo giorno”; “una conversione del cuore e dell’anima”. Sono tre le dimensioni di una pace interiore e comunitaria:
-  La pace con sé stessi: eliminare la collera e l’impazienza e impegnarsi, secondo il consiglio di S. Francesco di Sales, a “dare un po’ di dolcezza verso sé stessi” per offrire “un po’ di dolcezza agli altri”;
-  La pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente; osando l’incontro e ascoltando il messaggio che porta con sé;
-  La pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire.

La “buona politica” a servizio della pace non può dimenticare lo spirito rivoluzionario del Magnificat che ricorda la misericordia (fedeltà) di Dio “che ha spiegato la potenza del suo braccio; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili” (Lc 1,50-55).
La riflessione sulla buona politica a servizio della pace suggerisce il ricordo di quanti nel servizio politico hanno testimoniato la loro fede e la loro carità per costruire la pace: S. Tommaso Moro, Beata Maria Cristina di Savoia,  Beato Giuseppe Toniolo, Beato Alberto Marvelli, Ven. Giorgio La Pira, Servo di Dio Alcide De Gasperi, Servo di Dio D. Giuseppe Dossetti, Servo di Dio On. Aldo Moro, Servo di Dio Robert Schuman, Servo di Dio D. Luigi Sturzo, ecc.

Foto colomba: pietrevive.blogspot.com  

   

 

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