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Ai giovani una parola di amicizia

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sac. Pasquale Pirulli
don pasquale foto
Domenica 28 ottobre si è conclusa la XV Assemblea  generale ordinaria  del Sinodo dei Vescovi sui giovani con l’approvazione del Documento finale fatta il giorno prima e la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro presieduta da papa Francesco che ha voluto seguire i lavori fin dagli inizi del 3 ottobre. Provenienti da tutte le parti del mondo i 268 padri sinodali si sono confrontati sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” ascoltando non soltanto i prelati ma anche gli esperti e gli stessi giovani. Proprio il dialogo che testimonia attenzione e condivisione ha caratterizzato i lavori che si sono articolati in riunioni realizzate per diversi gruppi linguistici che connotavano aree geografiche e poi in assemblee generali. Si è trattato di una positiva esperienza del “camminare insieme”.

Il documento finale, che richiama tutta la problematica sociale ecclesiale e vocazionale dei giovani presentata nell’<<Instrumentum laboris>>, “è il frutto del discernimento realizzato e raccoglie i nuclei tematici sui quali i padri si sono concentrati con particolare intensità e passione” e  si articola in tre parti, 12 capitoli e 167 paragrafi.  A giudizio di Paolo Ruffini, prefetto del dicastero per la Comunicazione, durante i lavori “i giovani hanno restituito ai Padri la giovinezza della Chiesa, l’entusiasmo del camminare insieme” e “aver fatto un sinodo sui giovani e con i giovani ha risvegliato la sinodalità della Chiesa”.

Il documento sinodale prende come schema di esposizione della complessa problematica giovanile l’episodio dei discepoli di Emmaus, raccontato da San Luca nel suo vangelo (Lc 24, 13-35).

La prima parte dal titolo “Camminava con loro” descrive il contesto in cui vivono oggi i giovani e ciò significa prima di tutto ascolto che deve essere fatto con umiltà, pazienza e disponibilità. Purtroppo questo ascolto dei giovani spesso manca nei pastori della Chiesa. Ci sono le sfide attuali della globalizzazione e della secolarizzazione ma nei giovani c’è anche il desiderio di riscoprire Dio e attenzione alla spiritualità. Non bisogna trascurare il fatto che la Chiesa intercetta i bisogni dei giovani attraverso la parrocchia e la scuola e cioè tutta l’attività educativa che si articola in scuole, università, collegi e oratori.

Per poter capire la realtà in cui vivono i giovani non bisogna trascurare il problema dei migranti che è “il paradigma del nostro tempo”. Molti migranti sono giovani o minori non accompagnati che fuggono da guerre, violenze, persecuzioni politiche o religiose, disastri naturali e povertà e corrono il rischio di diventare vittime della tratta, della droga e di abusi di ogni genere. La Chiesa rivolge loro particolare attenzione  e invita tutti a realizzare il programma sintetizzato da papa Francesco in questi quattro verbi: “accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. I vescovi chiedono che sia assicurato anche il diritto effettivo di rimanere nel proprio paese senza affrontare l’avventura e i rischi dell’emigrazione.

Dinanzi al fenomeno doloroso degli abusi compiuti da alcuni vescovi, sacerdoti, religiosi e laici all’interno della stessa Chiesa, il sinodo alza la voce per richiedere “l’adozione  di rigorose misure di prevenzione che ne impediscano il ripetersi, a partire dalla selezione e dalla formazione di coloro cui saranno affidati compiti di responsabilità ed educativi”. Viene messo sotto accusa la corruzione e il clericalismo “sui quali si innestano tali tipi di abusi” e la Chiesa deve essere aiutata dalle stesse vittime che “hanno il coraggio di denunciare il male subito” “a prendere coscienza di quanto avvenuto e a reagire con decisione”. Non bisogna però dimenticare tutti coloro (vescovi ,sacerdoti, religiosi e laici) che con onestà lavorano ogni giorno a servizio dei giovani e alla loro educazione e promozione. Un altro fattore educativo importante è la famiglia nella quale gioca un ruolo decisivo la presenza e l’azione degli anziani. Bisogna opporsi all’emarginazione della figura paterna e curare la formazione cristiana e sociale dei giovani, cui concorre l’esperienza dell’amicizia con i propri coetanei. Circa il tema: corpo e affettività ci si confronta con i cambiamenti in atto, con la difficoltà delle famiglie di trasmettere gli insegnamenti morali della Chiesa e le impellenti domande dei giovani: Essi esprimono il desiderio di ricevere dalla Chiesa una parola chiara, umana ed empatica. Frequentemente infatti la morale sessuale e causa di incomprensione e  di allontanamento dalla Chiesa, in quanto percepita come uno spazio di giudizio e di condanna. Di fronte ai cambiamenti sociali e dei modi di vere l’affettività e la molteplicità delle prospettive etiche, i  giovani si mostrano sensibili al valore dell’autenticità e della dedizione, ma sono spesso disorientati. Essi esprimono più particolarmente un esplicito desiderio di confrgiovani-sinodo1onto sulle questioni relative alla differenza tra identità  maschile e femminile, alla reciprocità tra uomini e donne, all’omosessualità” (n. 39)

Non si nascondono le diverse forme di vulnerabilità che mortificano i sogni dei giovani: nel mondo del lavoro (disoccupazione, mancanza di adeguate capacità professionali, deficit educativo e formativo, sfruttamento del lavoro giovanile) nei contesti di guerre (rapimenti, estorsioni, tratta, schiavitù, sfruttamento sessuale, stupri di guerra, ecc.), emarginazione e disagi sociale, l’esperienza della sofferenza. La Chiesa alza la voce contro la “cultura dello scarto” e si augura che siano proprio i giovani, che alcuni costruttori (uomini politici) considerano pietre di scarto, a diventare testate d’angolo (Lc 20,17) di una società più giusta.

La cultura giovanile odierna ha una sua originalità e specificità e i  giovani sono disponibili all’impegno e alla partecipazione sociale nel volontariato, ed esprimono  sensibilità ai temi della povertà e dell’ecologia e della giustizia. Circa l’impegno nella politica per la costruzione del bene comune  si riconosce “che non sempre la Chiesa ha saputo accompagnare offrendo opportunità di formazione e spazi di discernimento”.
I giovani oggi si dedicano all’arte, alla musica e allo sport. Sarà bene riproporre ai giovani in ricerca “la via della bellezza che nei secoli passati è stata una delle modalità privilegiate di espressione della fede e di evangelizzazione”. Un incoraggiamento si dà alla pratica sportiva che la Chiesa non deve trascurare proprio per incontrare i giovani: “Il mondo dello sport ha bisogno di esser aiutato a superare le ambiguità da cui è percorso, quali la mitizzazione dei campioni, l’asservimento a logiche commerciali e l’ideologa del successo a ogni costo.” In questo campo non può mancare l’accompagnamento e il sostegno ai disabili nella pratica sportiva accogliendoli con cordialità negli oratori parrocchiali.

La seconda parte “Si aprirono i loro occhi” invita la Chiesa e i giovani a vivere una nuova Pentecoste e così riconoscere l’azione dello Spirito Santo che proprio attraverso i giovani avvia un processo di ringiovanimento della stesso e l’avvia ad una autentica esperienza di Dio. In questo cammino bisogna confrontarsi co Gesù che è sempre giovane tra i giovani e aiuta a leggere i caratteri dell’età giovanile e le loro inquietudini, con particolare attenzione a quelli che sono feriti. I giovani devono essere aiutati a diventare adulti, cioè a scoprire il valore della libertà e il mistero di una vocazione che si configura come un viaggio e una scoperta. Si tratta di una strada che i giovani devono percorrere contemplando l’esempio pieno di fascino di Gesù sostenuti dalla cura materna di Maria e valutando le diverse vocazioni  nella chiesa e nel mondo: la famiglia, la vita consacrata, il ministero ordinato. Una riflessione il Sinodo ha dedicato alla condizione dei “single” che è una realtà derivante da svariate ragioni e da fattori culturali, religiosi e sociali. “La Chiesa riconosce che tale condizione, assunta in una logica di fede e di dono, può diventare una delle mote strade cui si attua la grazia del battesimo e si cammina verso quella santità a cui tutti siamo chiamati” (n. 90) La Chiesa si dice pronta e disponibile ad accompagnare i giovani in questo percorso di scelta vocazionale: seminaristi, sacerdoti o religiosi, fidanzanti e giovani sposi. Si richiama la validità della proposta della dottrina sociale della Chiesa per sostenere i giovani nella formazione professionale e nell’impegno socio-politico. L’accompagnamento dei giovani  nel loro cammino di scelta richiede preghiera e lavoro interiore (discernimento) ma si deve giovare anche della psicologia e della psicoterapia. Una cura particolare bisogna riservare alla formazione degli accompagnatori che devono essere: persone equilibrate, di ascolto, fede e che dopo essersi confrontate con le proprie debolezze, siano in grado di accogliere tutti “senza moralismi e false indulgenze”, rispettando la persona dei giovani e ricordando che “Questo profondo rispetto sgiovani-sinodo2arà la migliore garanzia contro i rischi di plagio e abusi di ogni genere”.

Nella scelta vocazionale interviene il discernimento da operarsi con una guida spirituale e con un valido impegnativo bando di prova che è la vita fraterna e  il servizio ai poveri.
La terza parte “Partirono senza indugio”  richiama inizialmente l’impegno giovanile di Maria di Magdala nell’annunciare il vangelo della risurrezione di Gesù. La Chiesa riconosce che “le fatiche e le fragilità dei giovani ci aiutano ad essere migliori; le loro domande ci sfidano, le critiche ci sono necessarie perché non di rado attraverso di esse la voce del Signore ci chiede conversione e rinnovamento”. I Padri si augurano che la “sinodalità” sia la categoria con cui vive la missione nei confronti dei giovani che deve estendersi anche al dialogo interreligioso ed ecumenico per favorire la conoscenza reciproca e l’abbattimento di pregiudizi atavici e una vita ecclesiale, nelle sue dimensioni diocesane e parrocchiali, “con e per i giovani”. A questo scopo sarà utile un “Direttorio di pastorale giovanile in chiave vocazionale”. Si tratta di continuare la positiva esperienza delle Gmg come anche quella dei centri giovanili e degli oratori.

La Chiesa nel suo andare incontro ai giovani con slancio missionario si deve confrontare con le sfide attuali: la realtà del digitale, il problema dei migranti, le donne, la sessualità. Si auspica che nei confronti dei migrantisi possano abbattere i muri e costruire ponti. Le donne devono diventare protagoniste della vita della Chiesa in stile sinodale: “Un ambito di particolare importanza a questo riguardo è quello della presenza femminile negli organi ecclesiali a tutti i livelli, anche in funzioni di responsabilità, e della partecipazione  femminile ai processi decisionali ecclesiali nel rispetto del ruolo del ministero ordinato. Si tratta di un dovere di giustizia che trova ispirazione tanto nel modo in cui Gesù si è relazionato con uomini e donne del suo tempo, quanto nell’importanza del ruolo di alcune figure femminili nella Bibbia, nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa. (n. 148) Sulla sessualità c’è una parola chiara, libera ed autentica nella proposta di una antropologia positiva che sappia integrare affettività e sessualità. Il sinodo riprova ogni discriminazione e violenza su base sessuale e “riafferma la rilevanza antropologica della differenza e reciprocità tra l’uomo e la donna e ritiene riduttivo definire l’identità delle persone a partire unicamente da loro «orientamento sessuale» (n. 150).

Non poteva mancare la sollecitudine della Chiesa nei confronti dei giovani che sono sensibili alle problematiche derivanti dall’economia, dalla politica e dall’ecologia. Un capitolo finale del documento  è dedicato alla formazione dei giovani che deve ispirarsi alla concretezza e perseguire i valori di un umanesimo integrale. In questo ambito educativo è decisivo il ruolo che possono svolgere le scuole e le università. Si avverte la necessità di preparare nuovi formatori che accompagnino i giovani nel tempo del discernimento perché siano liberi nella loro scelta vocazionale: al matrimonio, al sacerdozio ordinato e alla vita religiosa.

La conclusione del documento  è un richiamo alla “unica e universale chiamata alla santità” e la santità “diventa il volto più bello della Chiesa”. Proprio attraverso la santità dei giovani la Chiesa ritrova la sua originalità e il suo ardore apostolico (n. 167).

A conclusione di questa rilettura del documento finale del Sinodo dei giovani mi piace rileggere la Lettera dei Padri sinodali ai giovani del mondo, letta dal card. Gualtiero Bassetti al termine della solenne celebrazione presieduta da papa Francesco: «A voi giovani del mondo, ci rivolgiamo noi padri snodali, con una parola di speranza, di fiducia, di consolazione. In questi giorni ci siamo riuniti per ascoltare la voce di Gesù, “il Cristo eternamente giovane’, e riconoscere in Lui le vostre molte voci, le vostre grida di esultanza, i lamenti, i silenzi. Sappiamo delle vostre ricerche interiori, delle gioie e delle speranze, dei dolori e delle angosce che costituiscono la vostra inquietudine. Desideriamo che adesso ascoltiate una parola da noi: vogliamo essere collaboratori della vostra gioia affinché le vostre attese si trasformino in ideali. Simo certi che sarete pro0nt ad impegnarvi con la vostra voglia di vivere, perché i vostri sogni prendano corpo ella vostra esistenza e nella storia umana. Le nostre debolezze non vi scoraggino, le fragilità e i peccati non siano ostacolo alla vostra fiducia. La Chiesa vi è madre, non vi abbandona, è pronta ad accompagnarvi su strade nuove, sui sentieri di altura ove il vento dello Spirto soffia più forte, spazzando via le nebbie dell’indifferenza, della superficialità, dello scoraggiamento. Quando il mondo, che Dio ha tanto amato da donargli il suo Figlio Gesù, è ripiegato sule cose, sul successo immediato, sul piacere e schiaccia i più deboli, voi aiutatelo a rialzarsi e a rivolgere lo sguardo verso l’amore, la bellezza, la verità, la giustizia. Per un mese abbiamo camminato insieme con alcuni di voi e molti altri legati a noi con la preghiera e l’affetto. Desideriamo continuare ora il cammino in ogni parte della terra ove il Signore Gesù ci invia come discepoli missionari. La Chiesa e il mondo hanno urgente bisogno del vostro entusiasmo. Fatevi compagni di strada dei più fragili, dei poveri, dei feriti dalla vita. Siete il presente, siate il futuro più luminoso».

 

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