Più che sagra una fiera, più che uva… porchetta

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di Gianni Nicastro

Una tre giorni eccezionale. Una sbornia di pubblico, numerosissimo. Tre serate, tre concerti, riuscitissimi in termini di pubblico e di qualità artistiche. Quarantanove stand su via Dante e, forse, una ventina tra via D. Martinelli e via Mola. Porchetta, tanta, cannoli siciliani, carne arrosto, crepes, puccia leccese, panzerotti, dolciumi vari e poi bigiotteria, borse, indumenti, auto, chincaglierie… Insomma, tanta roba, un sacco di gente, tanto movimento, ma, l’impressione -forte- è stata quella di una fiera, più che di una sagra.

L’uva, motivo storico della Sagra dell’Uva, appunto, ridotta a comparsa. La si è notata -poca- qua e là, non tutti gli stand ce l’avevano e là dove c’era, acinellata nelle confezione di PET trasparente, non l’ha notata nessuno. Ho visto alcuni stand gastronomici che avevano il platò di uva buttato a terra, alle spalle del bancone di somministrazione della porchetta, della salsiccia, dei panzerotti…

Ignorato è stato anche lo stand del comitato Sagra dell’Uva, nel quale c’erano due signorine addette alla vendita delle confezioni di uva acinellata a 1 ero cadauna. Domenica sera sono stato un’oretta in Piazza Manzoni e non ho visto un visitatore avvicinarsi allo stand del comitato a comprare quelle confezioni. Di uva, insomma, ce n’era poca in giro e quella poca che c’era non è stata adeguatamente valorizzata. Se non fosse stato per lo stand della Coldiretti, davvero l’uva c’era da cercarla col lumicino.
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Ora, se l’amministrazione e il comitato civico avevano intenzione di fare una sagra di “massa”, puntare ai numeri (pubblico, stand, posteggi), quindi agli introiti e allo spettacolo (tre concerti), l’operazione è riuscita, ed è riuscita bene. Nulla, quindi, da eccepire sulle grandi capacità organizzative del comitato civico, che ha anche pensato a percorsi speciali per disabili, ai bagni chimici. Comitato civico che ha messo su una tre giorni dal costo di 146.420 euro, 40.000 dei quali è stato il contributo del comune; anche se qualcuno potrebbe dire che con circa 150mila euro a disposizione, tra sponsor e contributo comunale, non è proprio difficile organizzare l’evento.

Se l’obiettivo, invece, era mettere al centro della sagra il prodotto uva da tavola, con la sua storia, la sua tradizione agricola, il suo indotto, le sue eccellenze varietali autoctone caratterizzando l’evento con la distribuzione del prodotto al pubblico, soprattutto forestiero, ai fini dell’assaggio; se, in sostanza, l’obiettivo erano i contenuti, questi sono mancati o si sono appena intravisti. Certo il focus non era sui contenuti.

In tre giorni di sagra i contenuti non possono essere stati rappresentati dall’unico, solito, "seminario scientifico" del solito assessore all’agricoltura sul solito argomento: sostanzialmente commercializzazione, grande distribuzione, packaging, tecniche di conservazione. Argomento interessante, senza dubbio, ma che riguarda una parte della filiera, quella più forte, quella con più potere contrattuale, quella che probabilmente fa i prezzi sia alla pianta che al consumo. Prezzi alti al consumo («devono essere alti», ha detto qualcuno al tavolo dei relatori del seminario) e bassi alla pianta, sempre più bassi, spesso al disotto della remuneratività degli impianti, quindi dell’impresa agricola. Problema che sarebbe stato molto interessante discutere nell’ambito di una sagra dedicata al prodotto uva da tavola, quindi all’agricoltura locale.

Un seminario che, tra l’altro, è venuto a costare 15.000 euro, una cosa assurda, intollerabile; un costo che, credo, non trovi riscontri nella storia dei convegni e dei seminari a Rutigliano dal dopoguerra ad oggi.

Fino ad ora non c’è stato nessun comunicato del Comitato civico Sagra dell’Uva sulla Sagra dell’Uva che si è conclusa domenica scorsa. Ho notato solo un post sulla pagina facebook “Sagra dell'uva di Rutigliano” dello stesso comitato civico che, oltra ai ringraziamenti, dice questo: “Straordinarie. Probabilmente è questa la parola più adatta per descrivere queste tre giornate vissute insieme. Tre straordinarie giornate dedicate alla nostra terra, all’uva, allo sport, alla cultura e alla musica. Abbiamo lavorato sodo affinché tutto fosse perfetto e curato nei minimi dettagli e i risultati sono andati oltre ogni aspettativa. I numeri parlano chiaro: sui social il nostro invito ha raggiunto oltre 400.000 persone e in queste tre giornate eravate migliaia, indecifrabili, stime che si aggirano sui 70.000 visitatori totali, battendo ogni record precedente.
Grazie di cuore”. I numeri, appunto.

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